L’8 giugno 1948 nasce la prima Porsche 356. Tutto inizia nell’agosto del 1947 quando Ferdinand Porsche, il geniale progettista del primo Maggiolino, lasciata la prigione francese nella quale era stato rinchiuso con l’infamante accusa di collaborazionismo con i nazisti, torna a Gmünd in Carinzia. Qui scopre che il figlio Ferry, nonostante la sua assenza forzata, non ha gettato la spugna, ma insieme a Karl Rabe e Erwin Kamenada, i suoi più stretti e fedeli collaboratori d’un tempo, ha continuato a lavorare. I tre hanno aperto una modesta officina per la costruzione e la manutenzione di macchinari agricoli e autovetture. Il trio è molto popolare nella zona per la sua abilità nel riparare le vecchie Volkswagen militari riconvertite a uso agricolo da parte dei coltivatori austriaci. La scoperta più sorprendente e lieta che attende Ferdinand Porsche gli arriva, però, da suo figlio che ha salvato dalla distruzione degli stabilimenti Volkswagen i vecchi progetti di una versione coupé sportiva del futuro “maggiolino”. L’idea nata negli anni Trenta era quella di utilizzare gran parte degli organi meccanici della berlina per un modello dotato di un motore più potente che avrebbe dovuto partecipare al Rally Berlino-Roma del 1939. I responsabili della produzione della Volkswagen, più occupati a preparare le forniture belliche che a seguire i sogni di Ferdinand Porsche, non avevano ritenuto il progetto interessante mentre il Rally era stato annullato per lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Un mese prima della liberazione di Ferdinand il suo sogno aveva cominciato a essere sviluppato nel concreto. Il 17 luglio, infatti, aveva rivisto la luce la progettazione per un modello sportivo a due posti derivato dalla meccanica Volkswagen. Il numero di riferimento del progetto è 356.00.015, lo stesso che contrassegnava i disegni dell’auto ideata da Ferdinand Porsche prima della guerra. 356 diviene così il nome della vettura che, pian piano, vede la luce. Il prototipo costruito a Gmünd è quello di un’auto sportiva aperta a due posti. È una soluzione quasi obbligata perché il trio non ha le risorse per costruire una carrozzeria chiusa. Il telaio tubolare d’acciaio e il motore sono presi pari pari dal Maggiolino mentre il cambio viene collocato a sbalzo dietro l’asse posteriore. Anche le sospensioni, lo sterzo e i freni sono gli stessi della Volkswagen. Le modifiche, piccole ma essenziali, servono soltanto a migliorare la potenza e la tenuta di strada. Per esempio le testate del motore da 1131 cc vengono modificate con valvole un po’ più grandi e un rapporto di compressione aumentato dall’originale 5,8:1 a 7:1 portando così la potenza da 25 a 35 cv. Successivamente viene aggiunto un secondo carburatore a corrente d’aria discendente e si arriva così a 40 cv. Le linee aerodinamiche della carrozzeria in alluminio della prima 356, progettate da Erwin Komenda prima della guerra, vengono fabbricate a mano dall’artigiano Friedrich Weber. L’8 giugno 1948 la prima vettura è pronta. Un mese dopo Herbert Kaes, cugino di Ferry e suo collaboratore tecnico, porta la 356 alla prima vittoria in una corsa su strada a Innsbruck. Il primo acquirente di una 356 è il signor Von Seeger, proprietario di un’agenzia pubblicitaria di Zurigo. La partecipazione ufficiale della 356 al Salone di Ginevra e le richieste conseguenti rischiano però di mettere in crisi sul nascere il sogno di Ferdinand Porsche. Mentre fioccano le prenotazioni, infatti Porsche padre e figlio devono affrontare i problemi relativi alla produzione, visto che le loro officine di Stoccarda sono ancora occupate dalle truppe statunitensi. Ripiegano allora sul garage della loro villa di Feuerbach dove si iniziano a produrre otto-dieci vetture al mese. Contemporaneamente per evitare conflitti con la Volkswagen Ferry Porsche stipula un accordo in cui si impegna a non costruire vetture che possano entrare in concorrenza diretta con il Maggiolino in cambio dell’utilizzo della componentistica e della rete commerciale della stessa Volkswagen. Alla fine del 1949 un contratto con il carrozziere Neuter di Stoccarda risolverà il problema. Quest’ultimo costruirà tutte le carrozzerie della 356. Le vetture interamente costruite a Gmünd sono quarantasei. Due anni dopo i Porsche rientreranno in possesso dei loro vecchi stabilimenti e trasferiranno l’intera produzione a Stoccarda.
Nessun commento:
Posta un commento