Alla mezzanotte di giovedì 31 dicembre 1998, mentre sotto una pioggia insistente Milly Carlucci in diretta televisiva annuncia da Piazza Castello di Torino l’arrivo del 1999, quarantacinque ragazzi e ragazze, rastrellati “in via preventiva” direttamente nelle strade del capoluogo piemontese sono rinchiusi da ore in uno stanzone senza riscaldamento nella caserma della celere in Via Veglia, alla periferia della città. La ragione? Semplice precauzione, almeno stando alle fonti ufficiali. Nelle prime ore del pomeriggio, con un’azione in grande stile è stato infatti sgomberato il Centro Sociale T31, ma è solo l’inizio. I Centri Sociali e gli anarchici hanno promosso una festa alternativa di Capodanno davanti al Carcere delle Vallette ma le autorità sostengono che il vero obiettivo potrebbe essere il turbamento della festa “ufficiale” in Piazza Castello. A nulla vale la diffusione di un documento con il quale i giovani alternativi proclamano il loro disinteresse nei confronti della kermesse televisiva e la loro intenzione di astenersi da qualunque contestazione attiva nei confronti dell’avvenimento. Perché niente possa turbare il clima ufficiale di festa per l’arrivo del nuovo anno benedetto dalle telecamere della RAI le strade e le piazze centrali del capoluogo piemontese diventano lo scenario di un vero e proprio rastrellamento indiscriminato, quasi una caccia al “giovane vestito in maniera sospetta”. Chiunque, a insindacabile giudizio degli agenti, può essere prelevato e trasferito nello stanzone freddo di Via Veglia senza che nessuno, per ore, si preoccupi di fornirgli alcuna spiegazione. L’emittente Radio Flash diffonde la notizia che coglie di sorpresa e del tutto ignari gli stessi esponenti del Centri Sociali Una testimonianza del fatto che si sia trattato di un rastrellamento del tutto indiscriminato arriva anche dalla cronaca de “La Stampa” che ha rilevato come tra i fermati ci fossero “ragazzi qualunque, passanti occasionali” trattenuti per ore. Nessuno tra i fermati ha mai avuto un ruolo di primo piano nella vicenda dei centri sociali, nessuno è mai stato arrestato in precedenza. Dopo una lunga trattativa i giovani verranno rilasciati alle 4 del mattino del 1° gennaio senza che nei loro confronti si proceda alla formulazione di alcuna accusa.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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