29 gennaio, 2019

30 gennaio 1958 – Volare, oh oh


Il 30 gennaio 1958 inizia un Festival di Sanremo destinato a lasciare un segno profondo nella canzone italiana. Alla rassegna, che si svolge dal 30 gennaio al 1° febbraio, partecipa un giovane cantante e autore, Domenico Modugno. La canzone che presenta, Nel blu, dipinto di blu, già nei giorni delle prove suscita più d’una perplessità in critici ed esperti. C'è chi si chiede perché sia stata ammessa e chi ne parla decisamente male. Nella trappola cadono anche i più scafati. Perfino un musicista cresciuto alla scuola del jazz e, in genere, aperto alle innovazioni come il maestro Gorni Kramer la boccia senza pietà. Gli sfugge la portata della composizione, non ne capisce il senso e si lascia andare a commenti non proprio lusinghieri: «Ma che pazzia è questa canzone? Non ha stile, non esiste». Non diversa, per la verità, è l’opinione dei giornalisti presenti, con qualche rara eccezione come quella di Mario Casalbore, un "veterano" della stampa festivaliera che non esita ad andare controcorrente e prendere le parti di Modugno. Il brano merita tutta questa attenzione. È insolito e innovativo a partire dal testo in cui evidenti sono i riferimenti surrealisti, ma anche dal punto di vista musicale non scherza. Nel blu, dipinto di blu, infatti, porta per la prima volta sul palcoscenico di Sanremo varianti ritmiche e compositive nelle quali non è difficile cogliere l’eco delle novità che arrivano d’oltreoceano. Nonostante il pessimismo e le critiche degli "addetti ai lavori" il pubblico saluta con una vera e propria ovazione l’esibizione di Modugno che rompendo la tradizione dei cantanti composti e immobili, sul ritornello, allarga le braccia come se volesse levarsi in volo. Il pubblico che affolla il salone delle feste del Casinò di Sanremo si fa trascinare dall'entusiasmo e non sono pochi gli spettatori che si alzano in piedi sventolando i fazzoletti e accompagnandolo in coro. La diretta televisiva fa il resto. La carica emotiva del brano arriva ovunque e tutta l’Italia resta soggiogata dalla personalità di Modugno e dalla forza trascinante della sua canzone. Nei giorni successivi il ritornello «Volare, oh, oh...» diventa quasi il nuovo inno nazionale. Il successo di Nel blu, dipinto di blu sarà clamoroso e non resterà rinchiuso nei confini italiani. La canzone, in varie versioni, farà il giro del mondo vende oltre venticinque milioni di dischi. Un record all'epoca superato soltanto da White christmas di Bing Crosby.

22 gennaio, 2019

21 gennaio 1937 - Snooks Eaglin, cieco e vagabondo


Il 21 gennaio 1937 a New Orleans, in Louisiana, nasce Snooks Eaglin, uno dei quei bluesmen vagabondi che si sono formati percorrendo in lungo e in largo le regioni del sud degli Stati Uniti e assimilando una grande varietà di stili, dal jazz suonato nella città del delta al gospel, al blues vero e proprio fino alla musica hillbilly che ha rappresentato spesso per lui una piacevole parentesi. Dopo aver imparato da autodidatta a suonare la chitarra nel 1952 entra a far parte dei Flamingoes, un gruppo con un repertorio incentrato sul rock'n'roll, sul country e sul western come prevedono il gusto e le tendenze del tempo. Siccome i pochi soldi che gli derivano dall’attività in gruppo non gli bastano e per ampliare il bilancio canta e suona per le strade della città natale spesso accompagnato spesso da Percy Randolph e da Lucius Bridges. Nel 1956, a diciannove anni, diventa cieco in seguito a un tumore al cervello asportatogli con una difficile operazione chirurgica. Nel 1958, con l'aiuto di Harry Oster e Richard B. Allen, registrare alcuni dischi con alcune importanti etichette che gli aprono anche la strada per potersi esibire in locali più importanti. Negli anni Sessanta dopo il matrimonio con Doretha si stabilisce a St. Rose, sempre in Louisiana. Nell'aprile del 1970 partecipa per la prima volta al New Orleans Jazz & Heritage, una manifestazione che lo avrà come ospite fisso per cinque anni consecutivi. In quel periodo viene spesso in Europa, soprattutto a Londra dove in compagnia con il Professor Longhair anima una lunga serie di parties privati organizzati dal Ritz Hotel. Ormai considerato un grande del blues più facile e ballabile continuerà da protagonista anche negli anni successivi.


01 gennaio, 2019

2 gennaio 1945 – Armando Gill, il primo cantautore della canzone italiana


Il 2 gennaio 1945 muore nella sua Napoli Armando Gill, all’anagrafe Michele Testa Piccolomini, il primo cantautore della canzone italiana. La sua età resta avvolta nel mistero. Alcune biografie dicono sia nato a Napoli il 23 luglio 1877, altre il 21 gennaio 1878. Rampollo di una famiglia molto in vista frequenta la facoltà di Giurisprudenza, ma passa gran parte del tempo a suonare e cantare nei vari locali del capoluogo partenopeo. Per sfuggire alle ire del padre sceglie di esibirsi con il nome d’arte di Armando Gill. Nel 1898 pubblica musica e testo della sua prima canzone Fenesta 'nchiusa cui segue 'O surdato. In quel periodo la popolarità dei suoi brani non supera i confini della città di Napoli, ma il ragazzo non se ne cura. Quello che più gli interessa è poter continuare a suonare e cantare. I quattro soldi che gli arrivano dagli editori gli bastano per vivere senza dover presentarsi davanti a papà Pasquale con il capo cosparso di cenere. Progressivamente il suo lavoro riscuote consensi sempre più ampi e nel 1910 arriva il primo successo su scala nazionale con Bel soldatin. La sua popolarità è destinata ad allargarsi a dismisura nel 1918 quando compone e interpreta Come pioveva, una canzone destinata a restare nella storia della musica leggera italiana come uno dei più grandi successi di tutti i tempi. Viaggia per l’Europa acclamato ovunque fino a quando, nel 1933, un impresario statunitense gli offre l’occasione della vita. È disposto a coprirlo d’oro se accetta di varcare l’oceano e trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti. Armando Gill tentenna, prende tempo, fa sapere che non è sua intenzione fare scelte così radicali. Gli americani rilanciano: l’offerta resta valida anche se il cantautore non se la sente di trasferirsi definitivamente negli States. L’ultima proposta prevede una serie di concerti nelle maggiori città statunitensi con la possibilità di revocare unilateralmente e senza alcuna motivazione il contratto. In realtà dietro al quella che sembra un’indecisione costruita ad arte per alzare il prezzo c’è il terrore di Gill per il mare. Lo spaventa la sola idea di mettere piede su una nave. Alla fine rinuncia e resta nella sua Napoli. Dieci anni dopo, stanco dell’ambiente, decide di ritirarsi a vita privata.

1° gennaio 1966 - "Sound of silence" al vertice grazie a Tom Wilson


Il 1° gennaio 1966 The sound of silence di Simon & Garfunkel arriva al vertice della classifica dei singoli più venduti negli Stati Uniti. Con due anni di ritardo rispetto alla prima registrazione uno degli inni dei giovani impegnati nel movimento dei diritti civili riceve anche la consacrazione del mercato. La sua prima comparsa è del 1964, quando Simon & Garfunkel la inseriscono nell'album interamente acustico Wednesday morning 3 AM. In quel momento non suscita particolare interesse un po' perché penalizzata dalla scarsa originalità complessiva del disco ma, soprattutto, perché l'attenzione del pubblico più attento ai contenuti si sposta su un altro brano, He was my brother dedicato a un ragazzo morto durante una manifestazione per i diritti civili nel Mississippi. La seconda versione di The sound of silence è quella di un album solista pubblicato a Parigi da Paul Simon nel 1965. La terza e definitiva versione è quella che arriva al vertice della classifica. Cosa è cambiato? Molto. Ci ha messo le mani Tom Wilson, uno dei collaboratori di Dylan nella sua "svolta elettrica", che ha aggiunto alla versione acustica del brano una base grintosa con basso, chitarra elettrica e batteria. In più è stato adottato dai giovani del movimento per i diritti civili e dalle radio universitarie che lo ritrasmettono fino alla nausea. In poche settimane diventa il disco più acquistato degli Stati Uniti. Sull'onda del successo Simon & Garfunkel saranno per cinque anni la "coppia d'oro" della musica statunitense pubblicando brani indimenticabili e vendendo più di venti milioni di dischi.