Il 24 gennaio 1959 al Teatro Brancaccio di Roma arriva Paul Anka. Dentro e fuori dal teatro sono centinaia le ragazzine urlanti in attesa del diciottenne autore e interprete di Diana. Il concerto romano coincide con l’apice della carriera di uno dei più importanti idoli adolescenziali degli anni Cinquanta. Nato il 30 luglio 1941 a Ottawa in Canada, figlio di ristoratori, a soli dodici anni forma il suo primo gruppo scolastico. Il talento della band attira l’attenzione di molti operatori del settore musicale che vorrebbero scritturarla, ma Paul preferisce proseguire da solo. Ottenuto dal padre il permesso di andare negli Stati Uniti si trasferisce a Hollywood presso uno zio. Talento precoce, a soli quattordici anni ha già al suo attivo la composizione di numerose canzoni. In quel periodo la giovane età non sembra essergli d’aiuto, ma i tempi stanno cambiando. L’industria discografica, infatti, è alla ricerca di adolescenti che possano conquistare un pubblico nuovo di consumatori di dischi. Dopo qualche singolo senza particolare successo per Paul Anka arriva la svolta. Nel 1957 il maestro Don Costa lo vuole con sé all’ABC-Paramount, una delle grandi case discografiche del periodo. Con la supervisione dello stesso Costa pubblica in singolo Diana che diventa il disco più venduto dell’anno e arriva al vertice delle classifiche discografiche in più di venti paesi. Il brano, una vera e propria pietra miliare della musica pop internazionale avrà oltre trecento diverse versioni in tutto il mondo. Il successo del concerto romano convincerà i suoi produttori delle possibilità del cantante sul mercato italiano tanto che Paul Anka registrerà numerosi dischi nella nostra lingua e parteciperà a varie edizioni del Festival di Sanremo. Sul piano internazionale fino al 1962 la sua carriera è ricca di successi e soddisfazioni. Con l’esplodere del beat e la nascita di nuovi eroi musicali invece di abbattersi sceglie di dedicarsi di più alla composizione. Alla sua vena creativa sono da attribuire grandi successi internazionali come She’s a lady di Tom Jones e, soprattutto, My way, uno dei cavalli di battaglia di Frank Sinatra. Astuto e intelligente gestore del proprio lavoro riesce a costruire attorno a sé un piccolo impero commerciale, tornando, di tanto in tanto, a pubblicare qualche disco e a cantare nei Club esclusivi statunitensi. Nel 1993 è stato inserito nella “Hall of Fame” della musica pop statunitense.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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