Il 21 febbraio 1976 Peppino Di Capri vince per la seconda volta nella sua carriera il Festival di Sanremo con Non lo faccio più. La manifestazione, pur lontana dai fasti di un tempo, sembra lentamente recuperare prestigio. Qualche stupore destano le eliminazioni di personaggi come Rosanna Fratello, che interpreta in modo molto sensuale il brano Il mio primo rossetto e Romina Power, in gara con Noi due, una canzone scritta da lei stessa insieme al marito Al Bano, entrambe alla vigilia considerate sicure protagoniste della rassegna sanremese. Crescono anche le vendite dei dischi, grazie soprattutto a Linda bella Linda dei Daniel Sentacruz Ensemble, destinata a diventare il ‘tormentone’ musicale della primavera del 1976. Questa edizione del Festival ha poi anche il pregio di riproporre all’attenzione del pubblico Peppino Di Capri, uno dei geniali protagonisti della canzone italiana degli ultimi anni Cinquanta e dei primi Sessanta. Nato nel 1939 a Capri, il cantante, il cui vero nome è Giuseppe Faiella inizia molto presto a suonare nei night club e a sedici anni vince, con la sua band, i Rockers una gara televisiva per voci nuove. Nel 1959 entra per la prima volta nella classifica dei dischi più venduti con Nun è peccato, il primo di una lunghissima serie di successi. Formidabile interprete di un’azzeccata miscela tra il dialetto partenopeo e i ritmi d’oltreoceano stabilisce un vero e proprio record entrando, dal 1959 al 1964, per ben trentaquattro volte consecutive in hit parade. Nel 1963 dopo aver dominato la vetta della classifica con la sua versione di Don't play that song, vince il Cantagiro. Nel 1970 trionfa in quella che resta nella storia come l’ultima edizione del Festival di Napoli con Me chiamme ammore, in coppia con Gianni Nazzaro. A partire dal 1971 la sua storia artistica si incrocerà più volte con quella del Festival di Sanremo.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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