L’8 febbraio 1990 viene rinvenuto il corpo senza vita di Del Shannon, uno dei più popolari interpreti del rock dei primi anni Sessanta. È nella sua casa di Santa Clarita Valley e sulla causa della morte non ci possono essere dubbi: un colpo di fucile. La polizia, sotto la pressione delle autorità locali preoccupate che il suicidio di una persona famosa possa influenzare negativamente l’immagine della cittadina dalle velleità turistiche, tenta in un primo momento di accreditare l’ipotesi dell’incidente. Non hanno dubbi, invece, i pochi amici dell’artista che chiedono ufficialmente di chiudere la pratica. «Lasciate in pace i morti. Da tempo Del Shannon passava le ore chiuso in casa in preda a violente crisi depressive e non c’è dubbio che abbia voluto farla finita con una vita che non sopportava più. Le autorità si chiedano piuttosto perché, in un paese descritto dai dépliant patinati come un posto bello e accogliente, un artista famoso possa decidere di morire solo come un cane». Del Shannon, all’anagrafe Charles Westover, ha da poco compiuto cinquant’anni. Nato a Grand Rapids, nel Michigan, inizia a suonare la chitarra in alcuni gruppi studenteschi prima di partire per il servizio di leva in Germania. Nel 1959, dopo essersi congedato, decide di dedicarsi alla musica a tempo pieno. Rielabora brani country e compone canzoni in coppia con il pianista Max Crook. Nel 1961 pubblica per la piccola etichetta indipendente Big Top Records il suo primo singolo “Runaway” che in sole cinque settimane arriva al primo posto della classifica dei dischi più venduti negli Stati Uniti. Il successo, rapido e clamoroso, lo accompagna per tutta la prima metà degli anni Sessanta. Innamorato della musica, non teme nemmeno il confronto con il fenomeno emergente dei Beatles tanto che nel 1963 pubblica una curiosa e originale versione della loro From me to you. A partire dal 1966 riduce sensibilmente la sua attività come interprete e si dedica in prevalenza alla composizione e alla produzione ma non rinuncia, quando può, a imbracciare la chitarra e a cantare. Molti protagonisti del rock degli anni Settanta e Ottanta chiedono la sua collaborazione. Tra questi spiccano i nomi di Jeff Lynne, il leader della Electric Light Orchestra Jeff Lynne, Dave Edmunds, Nick Lowe e, soprattutto, Tom Petty con il quale pubblica nel 1981 lo splendido album Drop down and get me.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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