Sarà un caso, ma i veri guai giudiziari per i Rolling Stones iniziano proprio nel 1967, l'anno in cui dimostrano la loro disponibilità a suonare nei paesi dell'Est accettando di esibirsi a Varsavia. Non sono la prima rockband britannica che accetta l'invito delle autorità dei paesi del "socialismo reale" (i primi sono stati qualche anno prima i Manfred Mann), ma certamente la loro è una presenza che non può passare inosservata. L'invito rivolto dalle autorità polacche alla più provocatoria band del panorama mondiale rischia di compromettere anche il lavoro dei media che tendono ad accreditare l'immagine dell'Europa dell'Est come di un'enorme caserma grigia e impermeabile alle novità. Per questo Mick Jagger e compagni sono sottoposti a più d'una pressione da parte degli ambienti politici britannici perché annullino il concerto di Varsavia. E che le pressioni non siano soltanto verbali lo prova la prima perquisizione nelle loro case e la prima denuncia per possesso di droga, che hanno luogo un paio di mesi prima della partenza per la Polonia. I Rolling Stones, però, hanno la testa più dura delle autorità britanniche. Pur precisando che «Non c'è niente di politico. Noi suoniamo per i giovani che sono uguali dovunque…», si presentano puntuali sul palco allestito nel Palazzo della Cultura di Varsavia il 13 aprile 1967 accolti da migliaia di fans in delirio. Va peggio all'esterno dove la polizia usa le maniere forti, con manganelli e lacrimogeni, per contenere l'assalto di duemila giovani senza biglietto che cercano di entrare. Le scaramucce degenerano in scontri ripetuti fino al termine del concerto. L'eccezionalità dell'avvenimento attira nel Palazzo della Cultura molti giornalisti che per la prima volta assistono a un'esibizione dei Rolling Stones e abbondano in colore descrivendo l'ambiente come una bolgia infernale in stato d'assedio. Le critiche più accese si appuntano sulla violenta repressione all'esterno, che viene considerata emblematica dei rapporti tra l'autoritarismo dello stato e il desiderio di libertà delle giovani generazioni. Diversi saranno i commenti dei Rolling Stones: «Il concerto? Eccezionale. Gli incidenti? Normali episodi di esuberanza giovanile e ottusità della polizia. Sono successi episodi simili a Blackpool, a Belfast, a l'Aia, a Toronto, a Rochester, a Vienna, a Parigi e ad Halsinborg… Non c'è niente di nuovo. I giovani sono esuberanti in tutto il mondo e la polizia non brilla per comprensione in nessun paese del mondo…».
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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