Il 20 maggio 1937 a Dallas, in Texas, il venticinquenne Robert Johnson chiude la seconda e ultima seduta di registrazione della sua carriera iniziata il giorno prima. L’altra è di qualche mese prima ed è un po’ più lunga visto che si svolge tra il 23 e il 27 novembre 1936 a San Antonio, sempre nel Texas. In quelle due sedute si concentra la sua intera produzione discografica, composta da meno di trenta canzoni, quasi tutte destinate all’immortalità come Crossroads, Love In Vain, Sweet Home Chicago, Preachin' The Blues, Dust My Broom, Stones In My Passway, Come On In My Kitchen, Hellbound On My Trail e la cupa e disperata Terraplane Blues. Nato l’8 maggio 1911 ad Hazlehurts nel Mississippi Robert Johnson è uno dei grandi autori e interpreti del blues rurale e le sue canzoni segnano una tappa significativa nella storia del blues. Le sue testimonianze discografiche sono pochissime un po’ per la sua riluttanza a chiudersi in sala di registrazione e un po’ perché la sua vita finisce presto. Viene infatti assassinato il 13 agosto 1938. Dopo la sua morte per oltre vent'anni il suo ricordo resta affidato agli artisti neri, come Ellmore James che, nel 1952, riporta al successo Dust my broom. Negli anni Sessanta, con l'emergere del rock blues bianco, la sua opera viene recuperata soprattutto dai gruppi britannici e diventa parte della stessa storia del rock nell'interpretazione di artisti come Captain Beefheart che incide Terraplane Blues, i Cream con Crossroads, i Rolling Stones con Love in vain e Stop breakin' down, Eric Clapton con Crossroads, For untile late, Ramblin' on my mind, John Mayall e tanti altri.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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