L’8 novembre 1987 il cancro uccide il francese Jacques Anquetil, una leggenda del ciclismo. Amante dello champagne e dei piaceri della vita, l'atleta che i tifosi francesi hanno ribattezzato “Maître Jacques” è stato il più grande cronoman della storia del ciclismo. Vincitore di due Giri d’Italia, nel 1960 e nel 1964, è stato un attento amministratore della sua forza, preferendo all’impegno assiduo, una scelta oculata delle gare che gli permettesse di potersi godere anche la vita senza doversi sottoporre alle restrizioni tipiche della vita degli atleti della sua epoca. Nato l’8 gennaio 1934 a Mont Saint-Aignan, in Francia, ha spesso assunto posizioni di aperta contestazione dell’establishment ciclistico, da lui considerato in più occasioni autoritario e indifferente alla fatica e ai problemi dei ciclisti. Conclusa la carriera ha lavorato nel campo del giornalismo e svolse l’incarico di Commissario Tecnico della nazionale ciclistica transalpina ai mondiali.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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