L’11 dicembre 1940 muore nella sua Napoli Eduardo Castaldo, cantante e intrattenitore soprannominato “Eduardo ‘o cacaglio” per la sua balbuzie che è molto accentuata quando parla ma che scompare magicamente quando canta. Nato a Napoli il 12 dicembre 1859 con la sua voce da tenore leggero si esibisce, a partire dal 1890 nelle trattorie della costiera napoletana, passando successivamente al ristorante Caso di Santa Lucia dove resta l’attrazione estiva fissa del locale fino al 1934. Nella stagione invernale, invece, se ne va “all’estero” in Sicilia per cantare in un elegante ritrovo di Taormina. Quando nel 1935, a settantasei anni, decide di ritirarsi, si esibisce per l’ultima volta in un affollato concerto d’addio a Napoli, la città dove muore cinque anni dopo.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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