A dispetto dei profeti di crisi la stagione dei grandi rockfestival mondiali del 2004 inizia sotto il segno del "tutto esaurito". Per la prima volta dopo tredici anni di storia il "Big Day Out", la kermesse itinerante australiana che segna da tempo l'inizio ufficiale dei raduni rock, annuncia di non avere più biglietti a disposizione per alcune delle date previste. Il Festival inizia ad Auckland, in Nuova Zelanda, il 16 gennaio e termina a Perth, in Australia, il 1° febbraio. I biglietti, in vendita anche online costano la non certo modica cifra di circa 100 dollari australiani. Il cartellone, pressoché completo, prevede l'esibizione di: Metallica, Strokes, Hoodoo Gurus, Muse, Dandy Warhols, Darkness, Flaming Lips, Jet, Magic Dirt, Something For Kate, Mars Volta, Basement Jaxx, Afrika Bambaataa, Datsuns, Kings Of Leon, Peaches, Black Eyed Peas, Aphex Twin, Luke Vibert, Gerling, Lostprophets, Salmonella Dub, Thursday, David Holmes, Miniscule Of Sound, Trey, Audio Bullys, Felix Da House Cat, Poison The Well, King Kapisi, P-Money And Scribe, Butterfly Effect, Downsyde, Friendly, Scribe, Sleepy Jackson, Blood Duster, Pnau, Pee Wee Ferris, Skulker, Sonicanimation, 1200 Techniques, Blindspott, Concord Dawn, DJ Philippa, Elemeno P, Goodshirt, Mareko, Mint Chicks, D4.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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