Il 21 marzo 1904 nasce a New Orleans, in Louisiana, il batterista Leo Adde, uno dei fenomeni del jazz delle origini. La leggenda racconta che la musica diventa prestissimo tutta la sua vita . È ancora un moccioso con un pugno d’anni quando, nel periodo in cui gli altri bambini se ne vanno alle scuole elementari, lui si esibisce agli angoli delle vie della sua città insieme ad altri suoi coetanei tra i quali figura anche Raymond Burke, destinato a diventare un grande cesellatore di clarinetto. Entrambi, infatti, fanno parte di una delle tante spasm-band, piccole orchestre composte da ragazzini tra i dodici e i quindici anni, che percorrono le vie di New Orleans suonando strumenti artigianali ricavati da vecchie scatole di sigari, tubi del gas e canne da zucchero. Il passaggio dalle percussioni improvvisate alla batteria è quasi naturale e negli anni Venti suona con un numero incalcolabile di gruppi tra i quali spiccano quello del pianista Norman Brownlee, quello del trombettista Johnny Bayersdorffer e l'orchestra da ballo Halfway Dance Orchestra che all'epoca schiera anche Leon Rappolo al clarinetto. La sua carriera inizia presto ma termina altrettanto rapidamente. A soli trentotto anni muore, infatti, in quella New Orleans che gli ha dato i natali il primo marzo del 1942.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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