Il 1° aprile 1895 a Shelby County, nei pressi di Memphis in Tennessee nasce Alberta Hunter. Irrequieta e vivace a dodici anni scappa di casa a 12 anni per andare a Chicago dove trova rapidamente modi di esibirsi come cantante e attrice di varietà in club come lo Hugh Hoskins, il Panama e il Dreamland. Intorno al 1920 si trasferisce a New York dove, oltre a cantare nei locali notturni, cominci a registrare i primi dischi usando talvolta anche il nome della sorella Josephine Beatty come pseudonimo. In sala viene accompagnata da grandi musicisti come Louis Armstrong e Sidney Bechet, e da grandi band di studio come quelle di Fletcher Henderson, Fats Waller e il gruppo bianco degli Original Memphis Five. In questo periodo scrive anche il brano Brownhearted blues. Parallelamente all’attività in studio e nei concerti si dedica anche al teatro portando in scena negli anni Venti la rivista “How Come”. Nel 1934 si trasferisce a Londra per la produzione di “Show Boat” in cui è protagonista a fianco di Paul Robeson. L’anno dopo se ne va anche a Parigi. Rientrata definitivamente a New York nel 1937 inizia a dedicarsi all’attività radiofonica e dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale prende parte a vari tour destinati a intrattenere le forze armate stanziate sia nell'area del Pacifico che in Europa. Nel dopoguerra ritorna in Gran Bretagna come cantante dell'orchestra di Snub Mosley e compie parecchie tournée in Canada intervallate da lunghi ingaggi a Chicago. Dopo la partecipazione alla rivista “Mrs. Patterson” messa in scena a Broadway decide di lasciare la musica per fare l'infermiera al Goldwater Memorial Hospital. Non è un addio definitivo. Negli anni Sessanta riprende a registrare, prima in modo saltuario e poi sempre più intensamente. Nell'ottobre del 1977 ottiene un lungo ingaggio al club The Cookery del Greenwich Village di New York. Nel novembre 1980 le viene stato assegnato a Memphis il premio Handy destinato alla “più grande cantante di blues vivente”. Non smette più. Continua a cantare fino al 1984 quando muore prima di compiere novant’anni.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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