Il 26 maggio 1970 tutta Italia ha modo di assistere, sugli schermi televisivi, a un incontro-scontro tra Claudio Villa e i giovani che lo contestano. L’ideatore di questa contesa destinata a entrare nella storia del costume è Renzo Arbore che chiama il cantante a partecipare come ospite alla trasmissione televisiva “Speciale per voi”. Villa appare in gran forma e determinato a sostenere le sue ragioni. Attaccato ferocemente da un gruppo che lo bersaglia di strali velenosi sostenendo che il suo genere è finito, replica: «Qui tutti protestano, qui tutti vogliono sentire cose nuove e socialmente impegnate, almeno dicono. Poi però quando canto Marina cascano tutti a terra commossi». Sornione, Arbore guida con mano ferma il dibattito, ma non riesce a contenere l’esuberanza dei giovani e a trattenere l’irruenza di Villa. La discussione si surriscalda quando un giovane dice «Sei patetico» al cantante che, non accettando di subire passivamente, replica a suo modo: «Patetico a me? Ma io picchio, io ve faccio paura...». I giovani si dividono. C’è chi apprezza quello che il cantante fa, pur non sentendolo così vicino alla sua sensibilità, e chi apertamente gli manifesta simpatia. Alla fine della trasmissione Claudio, visibilmente soddisfatto, così conclude: «Ci sono i giovani, i meno giovani e i sempre giovani. Io sono uno di quelli».
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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