Il 30 maggio 1907 nasce a Ponce, in Portorico, il trombonista Fernando Abello. Avvicinatosi alla musica fin da bambino a dodici anni suona il trombone nella banda della scuola e a quindici fa già parte dell’orchestra sinfonica della sua città natale. Emigrato a New York nel 1926, scopre il jazz di cui assimila rapidamente il linguaggio e in breve tempo riesce a entrare nel giro delle grandi orchestre. Tra la fine degli anni Venti e la prima metà dei Trenta, infatti, suona in rapida successione con tutte o quasi le migliori orchestre del momento, da quella di Wilbur de Paris a June Clark, da Claude Hopkins a Bingie Madison, da Chick Webb a Fletcher Henderson e Lucky Millinder. Saltuariamente suona anche con i gruppi di Fats Waller, Edgar Hayes, Marty Marsala, Zutty Singleton e Benny Carter. Dal 1942 al 1946 è nella formazione di Jimmie Lunceford e nel corso degli anni Cinquanta suona prevalentemente in proprio. Nel 1960 si unisce alla band di Machito per ritornare, alla fine del decennio, nella natìa Portorico. Tra i suoi interventi solistici sono rimasti leggendari quelli in I May Be Wrong con l’orchestra di Chick Webb e in Big Chief De Sota e Christopher Columbus con quella di Fletcher Henderson.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento