Il 16 giugno 1952 nasce Montreal in Canada il cantante Gino Vannelli. Questo canadese di origine italiana con la voce da tenore leggero, tra la seconda metà degli anni Settanta e i primi anni Ottanta diventa uno degli interpreti di maggior successo negli Stati Uniti. Alla sua popolarità non sono estranei il fascino latino e soprattutto un’astuta scelta dei brani del suo repertorio, arrangiati dal fratello Joe. Talento precoce viene scritturato negli anni del liceo dalla RCA anche se il primo successo arriva nel 1973 quando pubblica per la A&M l'album Crazy life, realizzato sotto le attente cure di Herb Alpert. È l’inizio di un grande exploit commerciale segnato da album come Powerful people nel 1974, Storm at sunup nel 1975, The gist of the Gemini nel 1976, A pauper in Paradise nel 1977, Brother to brother nel 1978 e Nightwalker nel 1981. Uno dei musicisti della sua band, il batterista Graham Lear si unisce poi ai Santana. Nel lungo brano A pauper in Paradise, della durata di sedici minuti e inserito nell'album omonimo, Gino si fa accompagnare dalla Royal Philarmonic Orchestra. All’inizio degli anni Ottanta, dopo la pubblicazione dell'antologico The best of il suo personaggio inizia a logorarsi. Lui non si preoccupa più di tanto. Torna in Canada e dirada concerti e dischi centrando ancora qualche importante risultato commerciale come accade nel 1985 con il successo mondiale di Black Cars.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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