È il 17 giugno 1970 e ai Campionati Mondiali di calcio che si svolgono in Messico è in programma la semifinale tra Italia e Germania. Gli azzurri hanno superato senza brillare il proprio girone di qualificazione ma poi hanno battuto con merito i padroni di casa del Messico. La semifinale è destinata a passare alla storia dei mondiali come una delle più belle partite mai disputate, anche se non manca chi sostiene che si sia trattato di una partita esaltante solo da punto di vista passionale e non sotto l’aspetto della tecnica calcistica. Uno dei sostenitori di questa tesi è Gianni Brera che su “Il Giorno” del 18 giugno 1970 scrive: «…Il calcio giocato è stato quasi tutto confuso e scadente, se dobbiamo giudicarlo sotto l’aspetto tecnico-tattico. Sotto l’aspetto agonistico, quindi anche sentimentale, una vera squisitezza, tanto è vero che i messicani non la finiscono di laudare (in quanto di calcio poco ne san masticare, pori nan)…». La partita si svolge sul tappeto erboso dello stadio “Azteca” di Città del Messico. L’Italia dopo otto minuti va in vantaggio con un tiro dal limite dell’area di Boninsegna. Per una squadra dalla difesa robusta e impostata sulla capacità di giocare di rimessa come l’Italia è un gol pesante che può valere l’accesso alla finale. Gli azzurri si difendono con ordine per tutto l’incontro, ma quando ormai stanno assaporando il successo finiscono per capitolare. Il pareggio arriva proprio allo scadere grazie a un intervento acrobatico di Schnellinger. Si va così ai supplementari che iniziano subito male. Nel primo tempo supplementare, infatti, Poletti, subentrato a Rosato, si fa tradire dall’emozione e consente a Müller di segnare il 2 a 1 con un tocco “di rapina”. I tedeschi non hanno nemmeno il tempo di esultare che, quattro minuti dopo Burgnich supera di sinistro il portiere Maier con un tiro da una decina di metri. Passano altri sei minuti e un’azione sulla sinistra di Domenghini mette il pallone sui piedi di Riva che, in area, dopo una finta ai danni dell’avversario diretto segna con un preciso diagonale. Il primo tempo supplementare finisce dunque con l’Italia in vantaggio per 3 a 2. Cinque minuti dopo l’inizio del secondo tempo supplementare, il solito Müller, servito di testa da Seeler, pareggia i conti. Non è finita. Passano soltanto due minuti e Rivera, raccolto in mezzo all’area avversaria un cross rasoterra di Boninsegna, fissa definitivamente il punteggio sul 4 a 3. Gli azzurri vanno in finale e l’Italia scende in strada a festeggiare.
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