Spinti dallo sfascio economico e sociale del loro paese dopo l’autodissoluzione del sistema a economia socialista, il 7 agosto 1991 migliaia di profughi albanesi sbarcano in Puglia. Le organizzazioni del volontariato, soprattutto quelle cattoliche, in prima fila nell’assistenza ai profughi, denunciano l’incapacità dell’Italia di far fronte ai suoi impegni di solidarietà e nel mondo si levano voci di critica per la inadeguatezza delle nostre strutture d’accoglienza. Nascono polemiche furibonde tra chi vorrebbe chiudere le frontiere e rimpatriare i profughi e chi, invece, ritiene che, con gli attuali assetti dell’economia mondiale, il numero dei disperati che dai paesi poveri si spostano verso i paesi più ricchi è destinato inevitabilmente a crescere. 17.758 saranno i profughi che chiederanno di restare in Italia con lo status di "rifugiati politici".
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