Il 28 settembre 1970 scendono per l’ultima volta in pista le Renault 8 Gordini dopo aver dominato per anni nei Rally europei. Tutto comincia sei anni prima. «La Renault 8 Gordini nasce per consentire a tutti gli appassionati di guida sportiva di soddisfare la propria passione senza dover sborsare il costo spropositato di un prototipo o di una vettura di lusso». Queste parole sono stampate a lettere cubitali sul foglio che apre la cartella stampa con la quale la Renault annuncia nell’autunno del 1964 la nascita della R8 Gordini, un’auto destinata a sostituire la leggendaria Dauphine nei rally e a infiammare il cuore degli appassionati. Visto dal di fuori non si tratta di un modello nuovo, ma di una sorta di aggiustamento di una vettura già esistente. La Renault 8, infatti, gira sulle strade e sui circuiti di tutta Europa da un paio d’annetti, con un motore derivato direttamente da quello della già citata Dauphine, di cui rappresenta un po’ la naturale evoluzione. I risultati sportivi, però, sembrano non sostenere il confronto con la vettura che l’ha preceduta. Abituata a dominare o, quantomeno, a lasciare il segno, la Renault non può accontentarsi delle scarse performance della R8. Infatti non s’accontenta. Accade così che, mentre gli ambienti sportivi s’interrogano sulle reali potenzialità di quel modello e i più esigenti iniziano a storcere il naso, il progettista Amédé Gordini stia già lavorando nel suo laboratorio di Boulevard Victor Hugo a Parigi a un motore di nuova concezione destinato a trasformare quella che sembra la pallida erede della Dauphine in una velocissima bomba. Il geniale mago della meccanica decide di accantonare la motorizzazione in essere. Recupera un motore a 4 cilindri da 956 cmc originariamente montato sulle Estafette e sulle Caravelle e comincia a modificarlo e a ridisegnarne alcune componenti per aumentarne la potenza e la duttilità. I risultati non si fanno attendere e in breve tempo la cilindrata passa da 956 a 1.108 cmc. Il nuovo motore, che sui registri Renault porta la sigla R1134, montato sulla R8 dimostra di avere potenzialità e performance decisamente inusuali per le vetture da turismo sportivo all’epoca. Quando, in prova, tocca i 170 kmh la casa francese capisce di avere tra le mani un gioiello. Nel 1964 sono pochissime le berline in grado di competere con un veicolo che abbia una velocità massima di 170 kmh. Per fare un paragone basti pensare che la leggendaria DS19 della Citroën non supera i 160 kmh mentre la Peugeot 404 fatica a raggiungere i 140! L’arrivo sulla scena automobilistica della Renault 8 Gordini ha, quindi, l’effetto di un fulmine a ciel sereno, una sorta di tornado che si abbatte sulle certezze degli addetti ai lavori e sconvolge pronostici e gerarchie. Un mese dopo la presentazione ufficiale la vettura trionfa al Rally di Corsica, dove si ripeterà anche nel 1965 e nel 1966, superando le Alfa Romeo GTA e le Porsche 911. I risultati stimolano la creatività. L’entusiasmo degli sportivi e della stampa specializzata spingono la Renault a non accontentarsi dei positivi risultati raggiunti e a lavorare ancora sulla competitività della vettura. Nel 1966 viene presentata la R8 Gordini 1300. Distinguibile dalla prima serie per la calandra a quattro fari, l’auto monta un motore da 1255 cmc che accresce la potenza delle frecce blu sui circuiti da Rally di tutto il mondo. Nonostante tutto, però, Renault mantiene la caratteristica fondamentale della prima R8 Gordini: il prezzo contenuto rispetto agli altri modelli in circolazione. Questa scelta, unitamente alla solida maneggevolezza dell’auto, saranno una delle componenti fondamentali della leggenda targata Gordini. Nascerà anche un circuito di gare riservate a questa vettura e moltissimi giovani talenti sceglieranno di iniziare così la loro carriera. Dopo la 1300 Gordini comincia a ritenere decisamente finito il lavoro di miglioramento della vettura. L’unico cambiamento sostanziale riguarda il colore della carrozzeria che, fin dagli inizi, è stato unico e quasi intoccabile: blu con due bande verticali bianche che la attraversano verticalmente. Nel 1968, non senza proteste e indignazioni, la gamma dei colori disponibili si allarga a ben quattro tinte diverse, tutte rigorosamente corredate dalle due bande verticali. Nello stesso anno si comincia a parlare di un nuovo misterioso progetto che prende corpo nel 1970 con l’annuncio della fine della produzione delle Renault 8 Gordini. A giugno la catena di montaggio si ferma per sempre mentre il 18 e 19 luglio sul Circuito Paul Ricard di Le Castellet vengono presentate per la prima volta le nuovissime Renault 12 Gordini, auto diversissime per concezione e per meccanica con trazione e motore anteriori. Nonostante tutto, però, la R8 Gordini resta nel cuore della gente e sono migliaia le persone che accorrono il 28 settembre a salutare per l’ultima volta in pista le vetture blu e bianche. Quando la bandiera a scacchi chiude l’ultima corsa della squadra ufficiale delle R8 l’ovazione del pubblico fa capire che l’eredità di quest’auto sarà difficile da raccogliere.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento