Il 3 settembre 1948 muore il trombettista Thomas Carey, conosciuto dagli appassionati di jazz come Papa Mutt. Nato a Horneville, in Louisiana, nel 1891 è considerato uno dei principali esponenti dello stile tradizionale di New Orleans. Quando muove i primi passi in musica picchia sulla pelle del tamburo, ma quando si rende conto che quello strumento è troppo ingombrante per trasferirsi da un luogo all'altro nelle tournée negli stati del Sud, preferisce imparare a suonare la cornetta con l'aiuto del fratello Pete. Ha anche un altro fratello,m che si chiama Jack e suona il trombone. Proprio con il gruppo di quest'ultimo Papa Mutt fa i suoi esordi, suonando spesso anche con Sidney Bechet che agli inizi degli anni Venti è uno dei musicisti più richiesti dai gruppi che suonano nello stile polifonico della Louisiana. Dopo aver fatto parte dei gruppi di Johnny Dodds a Chicago, Papa Mutt si trasferisce in California, dove raggiunge il vecchio amico Kid Ory, con il quale ha già suonato nei Brown Skinned Babies. In quel periodo la musica non basta per vivere e il trombettista si adatta a fare i più svariati mestieri, dal postino al facchino. A cambiare la sua situazione contribuisce negli anni che seguono la seconda guerra mondiale, l’esplosione della cosiddetta “New Orleans Renaissance", cioè una corrente che rilancia il jazz delle origini. Sull’onda del revival la sua tromba conquista il pubblico di New York in un gruppo che comprende il clarinetto di Albert Nicholas, il trombone di James Archey, il pianoforte di Hank Duncan o di Cliff Jackson, e una sezione ritmica di ferro costituita da Baby Dodds alla batteria, da Pops Foster al basso e da Danny Barker alla chitarra. Il successo è grande ma poco tempo dopo viene interrotto dalla sua morte.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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