Domenica 7 settembre 2003 gli Inti Illimani tengono a Roma nella spianata dei Fori Imperiali un concerto gratuito destinato a diventare un album live. Lo scopo è quello di ringraziare dell'ospitalità il pese che trent’anni prima li ha accolti con grande solidarietà dopo la fine sotto i colpi di un sanguinario colpo di stato militare dell'esperienza del governo di Unidad Popular di Salvador Allende in Cile. Mentre iniziava la feroce dittatura fascista guidata dal generale Augusto Pinochet, gli Inti Illimani si trovavano in Italia per una breve tournée. La permanenza si trasforma così in un lungo esilio. Trent'anni dopo il gruppo non ha dimenticato l’ospitalità del nostro paese e regala al pubblico romano una lunga cavalcata musicale che ne ripercorre le evoluzioni. Il suono e lo scenario musicale su cui si muovono si sono evoluti. In trent’anni l’evoluzione degli Inti-Illimani ha attinto a due elementi principali. Uno è il viaggio continuo intorno al mondo per ricercare e studiare nuovi suoni, colori, ritmi. Il gruppo non ha trascurato alcuna contaminazione: dalle tradizioni celtiche a quelle mediterranee, dalla “cantata” napoletana a una speciale rilettura di musicisti come Bela Bartòk o Stravinskij. L’altro elemento è la collaborazione con musicisti di diversa estrazione: dalla nordica Arja Sajionmaa, alla cantautrice femminista Holly Near, all’italiano Roberto De Simone, a Bruce Springsteen, a Sting, al chitarrista classico John Williams e a quello di flamenco Paco Peña. Importante è stato anche l’incontro con Peter Gabriel, con cui hanno registrato un brano, Wall flowers, destinato a una compilation in favore di Amnesty International. Il loro impegno nel secondo millennio, più sfumato dal punto di vista politico, è la continuazione, sul piano culturale, del lavoro svolto in passato. Per verificarlo basterebbe citare i testi dei grandi poeti sudamericani messi in musica dal gruppo, da Pablo Neruda a Guillén o gli autori cantati, da Violeta Parra a Victor Jara o a Patricio Manns. Il passato, con il suo carico di glorie, vive nel presente degli Inti Illimani, che dichiarano nel corso del concerto di Roma di essere ancora impegnati a progettare il futuro..
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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