Il 30 ottobre 1969 muore a San Francisco, in California il contrabbassista Pop Foster, registrato all’anagrafe con il nome di George Murphy Foster. Nato a McCall, in Louisiana, il 19 maggio 1892 al momento della more è considerato uno dei più grandi contrabbassisti della storia del jazz, grazie al suo poderoso slapping creato da una possente forza delle dita e dei muscoli del braccio che quasi fa da contraltare al suo aspetto esile e dimesso. Il talento di Pop è soprattutto nelle sue intuizioni ritmiche che gli consentono di lanciare i solisti anticipandone il linguaggio. La sua tecnica, più vicino alla perfezione di un metronomo che ai capricci dell'invenzione, gli consente di diventare rapidamente uno dei protagonisti dello stile New Orleans delle origini. La sua carriera musicale inizia infatti proprio a New Orleans dove si trasferisce giovanissimo con la famiglia costretta ad abbandonare la piantagione di McCall in cui è nato e vissuto da bambino. Il suo primo strumento è il violoncello che impara sotto la guida del padre e della sorella. Soltanto a sedici anni passa al contrabbasso bruciando rapidamente le tappe. Prima dei vent’anni suona già con band come l'Eagle Band e la Magnolia Jazz Band che intrattengono i turisti ospitati dai battelli in navigazione sulle acque del Mississippi. Nello stesso periodo suona anche nei locali di Storyville insieme ai maestri leggendari dello stile di New Orleans, da King Oliver a Roy Palmer e George Baquet. Successivamente lascia New Orleans per entrare nell'orchestra itinerante di Fate Marable di cui fanno parte anche Louis Armstrong e Baby Dodds. Con loro Pop affina la sua tendenza ad irrobustire l’accompagnamento fino a sostituire definitivamente il basso tuba con il suo contrabbasso. Dalla band di Fate Marable passa poi a quella di Charlie Creath, un altro leggendario musicista della regione del delta e, dopo una breve parentesi californiana, se ne va a New York per suonare nell’orchestra di Luis Russell con la quale resta dal 1929 al 1940. Nella seconda metà degli anni Quaranta il jazz tradizionale va un po’ in crisi e non gli consente di guadagnare quanto basta per vivere Pop Foster continua a suonare ma si mantiene facendo l’operaio nella metropolitana di New York. I musicisti di cui si circonda in quegli anni sono i neri di New Orleans che vivono la fase del recupero storico, quali Baby Dodds, Bunk Johnson, George Lewis, ma anche i jazzmen bianchi di Chicago, primo fra tutti quell’Art Hodes, che ha saputo dare una coscienza storica e critica all'intero fenomeno del jazz delle origini. Rudi Blesh chiama Pop accanto a sé nelle celebri esibizioni radiofoniche intitolate “This Is Jazz” alle quali partecipa il meglio del jazz tradizionale. Dal 1949 al 1951 è a Boston con l'orchestra di Bob Wilber e successivamente con Jimmy Archey. Negli anni Sessanta deve ridurre la sua attività per ragioni di salute. Con la sua morte scompare uno dei protagonisti della scuola classica di contrabbasso.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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