Il 7 Dicembre 1915 nasce a Brooklyn, New York, l’attore Eli Wallach. Perfezionista e molto professionale debutta come attore relativamente tardi dopo essersi laureato nel 1936 all'università del Texas e aver studiato poi alla Sandford Meisner con Lee Strasberg. Appartenente alla prima generazione formatasi all'Actors' Studio inizia la sua carriera nel 1945 con l’opera teatrale “Skychift” e ottiene il primo grande successo nel 1951 con “La rosa tatuata” di Williams che gli vale la conquista del prestigioso Tony Award. Dopo varie conferme teatrali debutta nel cinema nel 1956 vestendo i panni del volgare e ambiguo Vaccaro, seduttore di Carroll Baker in “Baby Doll, la bambola di carne” di Elia Kazan, il regista che fin dai tempi dell’Actors’ Studio lo considera uno dei più grandi talenti in circolazione. Nel western hollywoodiano è il cattivo de “I magnifici sette” di John Sturges e il rapinatore di treni ne “La conquista del West” di George Marshall. Il grande successo internazionale arriva, inaspettatamente, quando Sergio Leone lo sceglie per la parte di Tuco ne “Il buono, il brutto e il cattivo”. Proprio l’impostazione teatrale gli consente di gigioneggiare in ruoli ruvidi al limite dell’eccesso senza mai dare l’impressione di prendersi troppo sul serio. Sergio Leone questo vuole da lui quando lo sceglie per il ruolo di Tuco nel film che chiude la cosiddetta “trilogia del dollaro”. Wallach entra quindi nella storia del western all’italiana interpretando un fuorilegge che a parole spacca il mondo, ma che nella realtà è più pasticcione e opportunista che crudele. Tuco sembra la rilettura vagamente ironica di un altro personaggio western da lui interpretato: il beffardo, prepotente e sanguinario Calvera contro il quale si battono i magnifici sette del film di John Sturges. Il grande successo del film di Leone e la felice caratterizzazione del suo personaggio finiscono per condizionare le esperienze successive nel genere rinchiudendolo in una sorta di stereotipo. Abilissimo nel dare spessore alla personalità dei personaggi grazie alle tecniche imparate a teatro, parteciperà a moltissimi film senza però mai trascurare completamente la carriera teatrale. Muore il 24 giugno 2014.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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