Il 3 gennaio 1928 nasce a New Orleans, in Louisiana, Alphonse Joseph Belletto destinato a lasciare un segno importante nella storia del jazz come sassofonista con il nome di Al Belletto. Pur essendosi formato alla scuola jazzistica della sua città suonando con Sharkey Bonano, Louis Prima, Wingy Manone, Monk Hazel e i Dukes of Dixieland, il giovane Al abbandona rapidamente lo stile di New Orleans per cimentarsi con gruppi più innovativi. È l'ingresso nella big band di Woody Herman nel 1958 a orientarlo verso un jazz più moderno, che lo porterà poi ad accostarsi a Charlie Parker, a Stan Kenton e a tutti gli altri sperimentatori che, entro lo spazio di questa musica, cercano soluzioni nuove e diverse. Dotato di una buona conoscenza della musica classica Al Belletto utilizza strutture d’impianto classico nel suo fraseggio con risultati apprezzabili specialmente sul piano formale. Muore il 27 dicembre 2014 tra l'indifferenza dei media di tutto il mondo.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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