05 gennaio, 2021

5 gennaio 1956 - Mistinguett, la ragazza di Parigi

Il 5 gennaio 1956 muore Mistinguett, una delle grandi interpreti della scena musicale francese. «Un bacio può essere una virgola, un punto interrogativo o un punto esclamativo. È una fondamentale regola ortografica che ogni donna dovrebbe conoscere». La frase, che replica al concetto del bacio come “apostrofo rosa” del Cyrano di Edmond Rostand, è sua e dà un’idea del carattere dell'artista. Decisa, determinata a sfondare nell’ambiente dello spettacolo in un’epoca in cui alle donne sono ancora relegati ruoli di frizzante e decorativo contorno la “môme de Paris”, la ragazza di Parigi trionfa in tutti i grandi locali della capitale francese nella prima metà del Novecento. Mistinguett è la prima vera e fulgida stella della scena parigina. Le sue canzoni ancora oggi a mezzo secolo dalla sua morte sono popolarissime e vivono ogni giorno in nuove interpretazioni. La Francia le ha dedicato un musical e un’altra grandissima interprete come Zizì Jeanmarie nei primi Anni Settanta ha riportato i brani che l’hanno resa famosa nel Casino de Paris, il teatro nel quale Mistinguett cantava insieme al suo pubblico Ça c’est Paris o l’autocelebrativa C’est vrai con la sua voce unica e affascinante, leggermente nasale ma capace di timbri inaspettati fino ad arrochirsi come il velluto a coste larghe e regalare brividi sui passaggi più delicatamente sensuali. C’è chi ha scritto che da ragazza fosse in grado di cavarsela bene sul palcoscenico ma non sapesse fare niente in modo straordinario, né danzare, né cantare e nemmeno recitare e che propria questa consapevolezza, unita a un’eccezionale forza di volontà, l’abbia spinta a migliorarsi fino a diventare una stella. Probabilmente è una delle tante leggende che si narrano nel mondo dello spettacolo, ma se è vera rafforza un carisma che non si è spento con il passare del tempo. Jeanne-Marie Bourgeois, la futura Mistinguett nasce il 3 aprile 1875 a Enghien-les-Bains, nell’Île de France. Figlia d’artigiani fin da piccola è affascinata dal mondo dello spettacolo. Quando è ancora piccolina vende mazzi di fiori. Il suo gioco preferito è piazzarsi davanti all’ingresso del Casino del suo borgo natale più per osservare l’andirivieni di uomini e donne della buona società che per vendere loro la sua merce floreale. I genitori si arrendono presto alle sue velleità di sperimentarsi nel mondo dello spettacolo e la lasciano frequentare un corso di violino a Parigi. Il tragitto in treno le dà l’occasione di fare incontri e conoscenze. Tra le persone conosciute c’è anche un autore di spettacoli che la ribattezza Miss Tinguette. Proprio con il nome di Mademoiselle Mistinguette fa il suo debutto cantando nei caffè concerto della capitale. È il 1893, ha dodici anni ma ne dimostra qualcuno di più. Si esibisce al Petit Casino, poi al Trianon Concert e, a partire dal 1897 si trasferisce in pianta stabile all’Eldorado dove resterà per dieci anni fino al 1907. Nel frattempo il suo nome d’arte perde sia l’appellativo di Mademoiselle che la “e” finale diventando definitivamente Mistinguett. Proprio all’Eldorado affina il mestiere lavorando prima nei siparietti in musica e poi ritagliandosi ruoli sempre più completi. Sono anni di lavoro duro che ne affinano le qualità. Mistinguett canta, danza e recita senza risparmio. Il pubblico lo capisce e comincia ad affezionarsi a questa ragazza che sul palcoscenico dà tutta se stessa. Dopo un’esperienza in teatro in un lavoro scritto da Georges Feydeau nel 1908 viene scritturata dal Moulin Rouge. È Max Dearly, uno dei personaggi più popolari di quel periodo, che la vuole al suo fianco per una nuova rivista. Insieme inventano la “valse chaloupée” (Valzer ondeggiante) una coreografia di suggestiva aggressività che mima il rapporto tra una ragazza di vita e il suo protettore. È nata una stella.Alla fine del primo decennio del Novecento il nome di Mistiguett sui manifesti degli spettacoli di rivista diventa sempre più grande. La sua voce e il suo corpo fanno innamorare perdutamente di lei uomini di spettacolo, ufficiali, principi e re. Nel 1910 viene scritturata dalle Folies-Bergère dove lavora con una giovane promessa che risponde al nome di Maurice Chevalier. Proprio con lui mette a punto una nuova coreografia destinata a restare nella storia del teatro di rivista. Viene chiamata “valse renversante” (valzer sconvolgente) e segna la nascita di una intensa storia d’amore. La splendida donna che fino a quel momento ha un po’ giocato con l’amore e con il suo fascino si innamora profondamente di questo giovane e impacciato artista che ha tredici anni meno di lei e tanta, tanta inesperienza. Gli insegna a muoversi sul palcoscenico con maggior grazia e lo stimola a lavorare di più anche sull’educazione della sua voce. Per Chevalier l’aiuto di Mistinguett si rivela preziosissimo e non solo dal punto di vista artistico. Nel 1914 scoppia la prima guerra mondiale e il giovane Chevalier viene spedito al fronte. Qui resta ferito e viene catturato dai tedeschi che lo rinchiudono nel campo di prigionia d’Alten Grabow. Non appena arriva a conoscenza del fatto Mistinguett si fa in quattro per recuperarlo. Muove le sue conoscenze, implora vecchi e nuovi spasimanti, chiede aiuto alla migliore nobiltà europea. Alla fine riesce a farlo liberare e a riportarlo a Parigi con sé. Dal 1916 i due riprendono il discorso artistico che si era interrotto due anni prima. I critici li applaudono come «…la miglior espressione della modernità nello spettacolo di rivista francese…» e i loro nomi svettano ormai grandissimi sui manifesti delle Folies-Bergère e del Ba-Ta-Clan. Mistinguett e Maurice Chevalier arrivano anche al Casino de Paris. Ricostruito nel 1917 il locale viene inaugurato dalla coppia formata da Gaby Deslys e Harry Pilcer, ma sotto le pressioni del pubblico del pubblico finiscono per sostituirla con Mistinguett e Chevalier. Niente però è eterno. All’apice del trionfo la coppia si rompe. Maurice Chevalier decide che è venuto il tempo di andare avanti da solo. La rottura inizialmente riguarda soltanto la sfera professionale e successivamente, litigio dopo litigio, finisce per diventare anche una separazione definitiva sul piano sentimentale. La fine della storia d’amore con Chevalier lascia un segno indelebile sulla sua vita e ispira la canzone Mon homme, uno dei suoi più grandi successi. Quel giovane artista resterà per sempre il suo più grande amore, un legame che lei spiegherà così: «La presenza di Maurice Chevalier non mi ha mai dato moltissimo, ma la sua assenza ha caratterizzato il resto della mia vita…». Negli anni Venti Mistinguett è l’incontrastata regina della notte parigina e ha conquistato l’intera Europa e gli Stati Uniti. Anche il cinema s’accorge di lei. Ala fine saranno una decina le pellicole interpretate anche se sono tutte mute tranne una, “Rigolboche” del 1936, l’unico suo film con la benedizione del sonoro. Per lei scrivono i migliori autori del periodo, compreso l’italiano Bixio che compone le musiche per la rivista “Paris qui brille”. Lei contraccambierà il dono portando al successo in Francia la sua canzone Il tango delle capinere, con il titolo di Le tango des fauvettes. Anno dopo anno però il tempo passa inesorabile e lei lentamente si accorge che è sempre più difficile mantenere il proprio nome scritto in grande sui manifesti dei teatri. Nel 1949 mette in scena quella che sarà la sua ultima rivista. Si intitola “Paris s’amuse” e resta in cartellone per nove mesi. Mistinguett ha ormai settantaquattro anni e da tempo quando è lontana dall’ambiente soffre di solitudine. Alla fine delle repliche decide che è tempo di chiudere definitivamente. Nel 1954 dà alle stampe anche la sua autobiografia intitolata “Tutta la mia vita”, ma la vita della pensionata non fa per lei. Lontano dal palcoscenico e dal pubblico finisce per ammalarsi. Muore sola il 5 gennaio 1956. Dopo la sua morte Chevalier la ricorderà così: «Ho perso il più grande amore della mia vita. Mistinguett mi ha dato le due cose più belle che io abbia avuto: l’amore e il successo».



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