Il 31 marzo 1911 nasce a Charleston, nel South Carolina, il chitarrista Frederick William Green, conosciuto con il nome d’arte di Freddie Green. Comincia a suonare la chitarra a dodici anni con ottimi risultati. Trasferitosi a New York per terminare gli studi guadagna qualche dollaro esibendosi nei locali del Greenwich Village. Una sera tra il pubblico di uno di questi locali c’è John Hammond che resta favorevolmente impressionato dal suo talento e qualche giorno dopo parla di lui a Count Basie, in quel periodo alla ricerca di un chitarrista. È così che nel marzo 1937 Green entra a far parte dell'orchestra di Basie alla quale, da quel momento la sua vita artistica resta indissolubilmente legata. Sono pochissimi i jazzisti capaci di affermarsi senza mai praticamente esibirsi come solisti. Uno di loro è proprio Freddie Green, che con la sua chitarra acustica resta con Count Basie per mezzo secolo, tranne una brevissima interruzione nel 1950. I critici hanno scritto che «...ha il dono, con la sua sola presenza in una sezione ritmica, di farla suonare supremamente bene. Con le sue pennate morbide, elastiche, perfettamente a punto, con la sua scelta sempre felice degli accordi e dei rivolti, cementa i compagni che sono intorno a lui e le sezioni ritmiche di Basie hanno sempre avuto un tocco speciale e un fascino discreto che proveniva appunto dalla chitarra di Freddie Green, intimamente fusa con lo scarno e sempre squisito pianoforte di Basie...». Per questa ragione il suo apporto in sala di registrazione è molto ambito e la sua chitarra appare nei dischi di artisti straordinari come Benny Carter, Benny Goodman, Lionel Hampton, Pee Wee Russell, Joe Sullivan, Dicky Wells, Teddy Wilson, Lester Young, Herb Ellis, Gerry Mulligan, Mildred Bailey, Billie Holiday e tanti altri... Muore il 1° marzo 1987.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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