Dopo ventidue tappe, il 12 giugno 1968, Eddy Merckx vince il Giro d’Italia con un vantaggio di 5’01’’ su Vittorio Adorni e 9’05’’ sul terzo classificato Felice Gimondi. È la prima vittoria nella principale corsa a tappe italiana di un atleta destinato a lasciare un segno indelebile nella storia del ciclismo mondiale. «Chi arriva prima di me può vantarsi di avermi battuto, perché io non concedo nulla a nessuno». In questa frase è racchiusa la filosofia di Eddy Merckx, soprannominato "il cannibale" per la sua insaziabile fame di successi. Nei circuiti paesani come nelle grandi classiche ai suoi avversari non lascia niente e il suo impegno è sempre finalizzato a vincere tutto. Nato il 17 giugno 1945 a Leensel-Kiezegem, in Belgio, vincitore di cinque Giri d’Italia e di cinque Tour de France, vanta un palmarès di vittorie destinato, con ogni probabilità, a rimanere insuperato per molto tempo. Tre volte campione del mondo ha segnato con la sua classe e il suo stile il decennio che va dalla fine degli anni Sessanta alla prima metà degli anni Settanta. Spietato dominatore su tutti i terreni, non appena si accorge di non poter continuare ad alti livelli decide di lasciare il ciclismo agonistico e nel 1978 appende la bicicletta al chiodo.
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