L'8 settembre 1897 nasce a Meridian, nel Mississippi, il cantante Jimmie Rodgers, uno dei protagonisti più originali della scena musicale statunitense degli anni Venti e dei primi anni Trenta per la capacità di combinare la ritmica nera del bues con i testi popolari tipici degli yodel. Grazie a questa invenzione, definita "blue yodel", è il primo artista sudista in grado di conquistare una buona popolarità anche al Nord degli Stati Uniti. Nel suo repertorio figurano le rielaborazioni di vecchi brani della tradizione sudista, ballate e, soprattutto, le classiche "canzoni della ferrovia". Tra i suoi brani il migliore è l'autobiografico TB blues. Non è artista a tempo pieno. Per 14 anni lavora come operaio e macchinista in una compagnia ferroviaria del nativo Mississippi e la musica gli serve da svago nel tempo libero. Soltanto a trent'anni, dopo una lunga gavetta nei minstrel show, riesce a registrare i suoi brani, ma la sua salute è già minata dalla tubercolosi che se lo porterà via qualche anno dopo. Rodgers muore il 26 maggio 1933. Nei pochi anni che separano il primo disco dalla sua morte, cioè dal 1927 al 1933, riesce a diventare uno dei principali cantori della Depressione.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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