Il 17 novembre 1906 nasce a Komyo, in Giappone Soichiro Honda, destinato a dare vita a una casa automobilistica nel Giappone devastato e semidistrutto dopo la fine della seconda guerra mondiale. L’artefice del miracolo si chiama Soichiro Honda. Figlio di un meccanico ciclista impara ad aggiustare automobili in un garage di Tokio. A partire dal 1925 su suggerimento di Yuzo Sakakibara, il suo datore di lavoro, costruisce un'automobile da corsa utilizzando un telaio Mitchell del 1916 e un motore d'aereo Curtis-Wright V-8 da 8 litri. Da quel momento diventa uno dei più geniali progettisti di vetture con soluzioni innovatrici come automobili da corsa dotate di motori Ford fuori centro per i circuiti ovali con curve rialzate. Pilota spericolato, nel 1936 un incidente nell'All-Japan Speed Rally gli regala permanenti cicatrici al viso. Nell'ottobre del 1946, in un Giappone provato dalla guerra, fonda la Honda Technical Research Institute, che diventa poi Honda Motor Company. Inizialmente lavora per conto di altre aziende e, soprattutto costruisce componenti per la Toyota, ma vorrebbe avere una maggior libertà d’azione. Sogna di trasferire nella produzione di serie le sue intuizioni tecniche e sceglie di farlo nel settore meno rischioso. A partire dal 24 settembre 1948 sceglie di dare una prima apparentemente modesta risposta alle esigenze di nuova motorizzazione del Giappone uscito malconcio dalla guerra. Monta un motore di piccola cilindrata su un telaio di bicicletta creando un mezzo di trasporto semplice ed economico che va a ruba. Progressivamente introduce numerosi modelli di ciclomotori e motociclette andando anche alla conquista di altri mercati e diventando, a partire dagli anni Settanta l’azienda leader nei veicoli a due ruote. A partire dal 1960 la Honda inizia anche la produzione di autovetture destinate inizialmente in via esclusiva al mercato interno giapponese. La Honda debutta in Formula 1 nel 1964 con un team interamente giapponese e ci resta ininterrottamente fino al 1968 dopo la morte del pilota Jo Schessler nel Gran Premio di Francia. Nel 1967 le vetture Honda vincono tutte le prove del campionato mondiale con il team di Jack Brabham. La partecipazione alle competizioni automobilistiche è finalizzata al tentativo di imporre la sua immagine sui mercati mondiali, in particolare su quello statunitense. Il primo modello di successo è la Honda Civic, che in una versione più grande di quella destinata al mercato interno si impone proprio negli Stati Uniti dei primi anni Settanta grazie anche alla prima grande crisi petrolifera che esalta la sua economicità d’esercizio. Nel settembre del 1973, in occasione delle celebrazioni per il venticinquesimo anniversario di fondazione della società, Soichiro Honda lascia la presidenza per dedicarsi alla neonata Fondazione Honda, una sua creatura che ha la missione esplicita di creare un rapporto armonico tra tecnologia ed ecologia Con lui lascia la società anche il suo amico Takeo Fujisawa, l’alter ego di Honda, cervello e stratega dell'immensa espansione della società. La conquista del mercato statunitense e occidentale segna una nuova tappa positiva nel 1976 con la nascita della Accord. Nel 1983 la Honda torna in Formula 1 come fornitrice di motori inizialmente alla Spirit e, successivamente, a Lotus, McLaren, Tyrrell e Williams. Negli ultimi anni Ottanta la casa automobilistica giapponese decide di fare un nuovo salto di qualità. È del 1986 la creazione di un marchio specifico destinato a distinguere la produzione di autovetture di classe alta, lasciando il logo classico a rappresentare la produzione più normale. Nel 1991 Soichiro Honda muore. Nello stesso anno la rete di strutture di produzione e commercializzazione distribuita in tutto il mondo si dimostra una formula vincente e porta a venti milioni di vetture prodotte il nuovo record della casa giapponese.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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