Alla metà degli anni Ottanta si apre in Italia un dibattito sulla opportunità di cambiare l’inno nazionale. In molti ritengono che L’inno di Mameli, la marcetta nota anche come Fratelli d’Italia, abbia fatto il suo tempo. Gli stessi padri della Repubblica, del resto, l’avevano adottata in via provvisoria al momento della redazione della nuova Costituzione. In concomitanza con la riscoperta e la rivalorizzazione della bandiera nazionale c’è chi propone di scrivere, ex novo, un Inno del Tricolore, più moderno e più “in sintonia con il nuovo ruolo che l’Italia vuole avere nel mondo”. In un’intervista pubblicata da Stampa Sera il 13 gennaio 1986 Claudio Villa confessa al giornalista Lamberto Antonelli il suo desiderio di essere il primo interprete del nuovo inno: “Ho rappresentato e rappresento la canzone italiana nel mondo, sono una specie di bandiera dell’italianità... So che si sta scrivendo anche l’Inno del Tricolore e penso che avrei diritto a cantarlo io per la prima volta.”
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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