Il 14 febbraio 1989 l'ayatollah Khomeini, leader supremo della Repubblica Islamica dell'Iran, diffonde via radio una fatwa (sentenza in base alla sharia) contro lo scrittore lo scrittore angloindiano Salman Rushdie, accusato di aver offeso gravemente la figura di Maometto e l’intero Islam con il suo libro “I versetti satanici”. La condanna a morte è estesa anche agli editori e ai traduttori che collaborano alla diffusione del libro. Essa, pur non colpendo mai Rushdie, immediatamente messo sotto protezione dai servizi di sicurezza britannici, provocherà la morte di Hitoshi Igarashi, traduttore giapponese del romanzo e il ferimento del traduttore italiano Ettore Capriolo e di William Nygaard, l’editore norvegese di Rushdie.
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