Il 19 febbraio 1972 mentre sta suonando allo Slugs di New York il trentatreenne trombettista Lee Morgan viene ucciso a colpi di pistola dalla sua ex compagna. Nato a Philadelphia, in Pennsylvania il 10 luglio 1938 e figlio di un pianista che accompagna il coro della chiesa del suo quartiere impara prestissimo a suonare e a quindici anni già si fa notare come leader di varie formazioni locali. Dopo aver suonato al Music City nel 1956 entra a far parte dell'orchestra di Dizzy Gillespie con la quale resta fino al gennaio del 1958. Pochi mesi più tardi si unisce ai Jazz Messengers di Art Blakey e ci resta per tre anni. Successivamente si esibisce in molti gruppi della zona di Philadelphia. Solo nel 1963 riprende la via di New York e tra il 1964 e il 1965 si unisce nuovamente ad Art Blakey. Musicista inizialmente influenzato da Dizzy Gillespie, riesce poi a liberarsi intelligentemente dal condizionamento mettendo in mostra motivazioni e caratteristiche solistiche molto originali e autonome destinate a farlo diventare uno dei migliori musicisti del jazz del periodo tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio dei Settanta. Tra le sue innovazioni tecniche c'è l'utilizzo dei pistoni in modo particolare.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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