Il 3 marzo 1934 la Citroën presenta la prima Traction Avant ai propri concessionari rivoluzionando gran parte dei concetti seguiti fino a quel momento dalla totalità delle case automobilistiche. Una serie di soluzioni tecniche che stanno alla base di quel modello e delle successive evoluzioni sono valide e applicate ancora oggi: trazione anteriore, carrozzeria-scocca senza telaio, sospensione a barre di torsione, motore a valvole in testa e camicie amovibili. In realtà il deus ex machina della casa francese, André Citroën, vede questo modello come il primo passo verso il sogno della PV (Petite Volture), l’auto a basso prezzo capace di far viaggiare su quattro ruote tutti i francesi. Fedele a questa impostazione crede che l’innovazione tecnologica possa rendere possibile l’abbattimento dei costi migliorando le prestazioni. Per questa ragione nel 1923 acquista dalla ditta statunitense Budd l’esclusiva del brevetto di fabbricazione delle carrozzerie “tout-acier”, tutto acciaio, composte da una scocca di lamiera rivestita a freddo e assemblata con saldatura in modo da formare un insieme unico e massiccio. Sulla robustezza di questa carrozzeria Citroën imposta anche una campagna pubblicitaria che, nel 1934, spiega ai francesi come «Solo le carrozzerie tout acier offrono ai passeggeri la sicurezza migliore. Solo le officine Citroën, in Francia, costruiscono queste carrozzerie perchè solo la Citroën si è dotata dell’attrezzatura necessaria, del valore di circa 200 milioni di franchi». La Traction Avant nasce quasi da una scommessa di André Citroën con il destino e contro il vento di crisi che ha già iniziato a spirare forte dagli Stati Uniti. Tra gli artefici c’è un giovane e ambizioso progettista arrivato alla sua corte dopo un paio d’anni passati con la concorrente Renault. Si chiama André Lefebvre e ha la fama di anticonformista incapace di adattarsi a regole precostituite. Il suo genio un po’ visionario conquista Citroën che nel mese di marzo del 1933 gli affianca una squadra di progettisti e gli dà dodici mesi di tempo per realizzare un’automobile a trazione anteriore con queste caratteristiche: consumo di sette litri per cento chilometri, velocità di 100 km/h, quattro posti, 800 kg di peso, prezzo non superiore ai 15.000 franchi, carrozzeria a scocca portante in acciaio, cambio automatico. La squadra che affianca Lefebvre è composta da specialisti come Sainturat per il motore, Forceau per il cambio, l’italiano Bertoni per la linea della carrozzeria, Lemaire e d’Aubarède per la sospensione motrice, Grégoire per i giunti cardanici. Non mancano momenti di sperimentazione un po’ folle come quando, per testarne la robustezza, Lefebvre e i suoi compagni decidono di lanciare un prototipo da una scarpata alta sette metri e, vita la inaspettata resistenza, di ripetere l’esperimento con un modello di serie, riprendendo il tutto per un breve film che a partire dal maggio del 1934 verrà proiettato ogni giorno nei Magasins Citroen degli Champs Elysées di Parigi. Tra follie e problemi la vettura è pronta nei tempi prefissati. Nel mese di marzo del 1934 viene presentata ai concessionari che la possono offrire ai clienti al prezzo di lancio 17.700 franchi. In pochi mesi vengono consegnate 25.000 Traction Avant, ma la definitiva consacrazione avviene al Salone dell’Automobile di Parigi nel mese d’ottobre quando i francesi fanno la fila davanti allo stand della Citroën per ammirare ben dieci modelli diversi di Traction Avant: tre 22 CV a otto cilindri, cinque 11 cv e due 7cv. L’occupazione nazista della Francia e le devastazioni della Seconda Guerra mondiale non riusciranno a cancellare la vettura dal cuore dei francesi. Alla fine della guerra la produzione ripartirà con immutato successo e la Traction Avant continuerà a restare tra le vetture più vendute fino agli anni Cinquanta quando uscirà di produzione.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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