Il 6 aprile 2002 la notizia arriva anche in Italia. Ken "The Red" Livingston, l'uomo che amministra Londra dopo aver sconfitto "da sinistra" laburisti e conservatori, non cessa di stupire. L'ultimo suo annuncio riguarda l'intenzione di rendere stabile e consolidato il rapporto già intenso con il mondo della musica. "Ken il rosso", dopo aver finanziato i progetti di educazione e di elaborazione musicale per i giovani delle periferie, ha deciso di andare oltre. Il suo progetto, infatti, è quello di «trasformare Londra nella culla mondiale della musica, delle arti e delle industrie “creative”. Forte dell'esperienza e del prestigio acquisito sul campo, nonché dell'appoggio di un elenco impressionante di artisti, il sindaco londinese ha avviato una serie di confronti per raccogliere idee, suggerimenti e progetti impegnandosi a modificare i piani di sviluppo economico della città. Non mancano le critiche. Gli ambienti conservatori lo accusano di muoversi «solo sul piano della propaganda", mentre una parte dei laburisti osserva che la proposta pecca di «scarsa concretezza». Imperturbabile, come sempre, Ken il Rosso non si è lasciato impressionare e ha risposto per le rime. Ricordando il prezioso valore sociale assunto in questi anni dalla musica e dalle arti in genere, ha rigettato al mittente le accuse di "scarsa concretezza": «I settori creativi sono il cuore della capitale e rappresentano per Londra una delle sorgenti di crescita economica più significative e a più rapido sviluppo. Il loro futuro stato di salute è di estrema importanza, considerando che questo comparto dà lavoro a oltre quattrocentomila persone». Non lo dice, ma si capisce che alla base di tutto c'è l'idea di fondo del suo programma elettorale: insieme alla lotta contro le privatizzazioni dei servizi e alla difesa degli spazi pubblici della città, è la creatività culturale e la sua capacità di parlare con molte lingue la linfa che può alimentare il "rinascimento" sociale e civile della città.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento