Il 22 maggio 1935 nasce Giuseppi Logan, uno dei grandi talenti creativi del jazz degli anni Sessanta e Settanta. Sassofonista eccellente, non disdegna di suonare con grande maestria un gran numero di strumenti ad ancia, dai vari tipi di sax, al clarinetto basso all'oboe pakistano, a un'infinità di diavolerie sul genere. Il suo luogo di nascita è controverso. Alcune biografie lo fanno nascere a Norfolk in Virginia, altre a Philadelphia, in Pennsylvania. Fin dai primi anni di vita impara da solo a suonare il piano e poi picchia sulle percussioni di varie bande scolastiche non rinunciando anche a esibirsi come cantante in chiesa. Studia infine sassofono con Dennis Sandole trasferendosi in seguito a Boston per frequentare il locale conservatorio. In questa città, nel 1963, incontra il batterista Milford Graves, il primo componente del suo gruppo completato da Don Pullen al pianoforte e da Eddie Gomez al contrabbasso. Il quartetto, nel novembre 1964, incide un disco destinato a fare scalpore per la carica sperimentale, in particolare per l'uso di strumenti della tradizione orientale come l'oboe pakistano e le tabla, ancora pochissimo utilizzati nel jazz. Dopo una lunga serie di performance dal vivo e in studio su Logan scende il silenzio. Preda di un'eccessiva simpatia per ogni genere di sostanza psicotropa e perseguitato da varie turbe mentali scompare nel nulla diventando una leggenda, una delle tante del jazz mondiale. Proprio quando ormai tutti lo danno per morto o, nel migliore dei casi, seppellito in qualche clinica psichiatrica sperduta negli States si rifà vivo. Nel 2009, più di quarant'anni dopo il suo ultimo disco esce un album nuovo per l’etichetta Tompkins Square Records. Nello stesso anno appare nel film documentario "Water in the Boat" di David Gutierrez Camps di cui firma anche parte della colonna sonora.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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