Il 29 giugno 1959 viene presentata alla stampa la nuova Panhard PL17. La sua storia è iniziata qualche anno prima. In casa Panhard la seconda metà degli anni Cinquanta inizia sotto il segno del rinnovamento anche per contrastare le voci su un’imminente crisi della casa automobilistica che si fanno sempre più insistenti. Già nei primi mesi successivi al lancio della Dyna Z, l’équipe di progettisti meccanici guidati dall’'ing. Delagarde e stilistici coordinarti da Louis Bionier inizia a lavorare al modello che dovrà sostituirla. A partire dal 1957 il progetto inizia a definirsi meglio. La sua sigla è V338. Viste le risorse limitate Bionier è costretto a rivedere le sue idee più innovative e a lavorare sulla struttura della Dyna trasformando in senso panoramico il parabrezza e il vetro posteriore, assottigliando i montanti del tetto che si fa anche più slanciato e inclinando maggiormente il cofano. Nel 1958 gli unici elementi rimasti della carrozzeria della Dyna Z sono la cassa e la cellula centrale. Il resto è nuovo. Quando la vettura è pronta c’è l’imbarazzo del nome. Inizialmente si pensa a Dyna Club, poi a Dyane e alla fine ci si orienta per un nome più corto e cifrato, come vuole la moda dell’epoca. Quale cifra scegliere? Semplice. Si sommano le cifre dei principali vantaggi della vettura e cioè, il consumo di 6 litri per 100 Km; i 6 posti di capienza consentiti dalle normative francesi, i 5 cavalli fiscali (in Francia) e il totale fa 17. Poi si aggiungono le lettere PL che richiamano il glorioso passato della casa quando le Panhard – Levassor dominavano gare e mercato. La nuova PL17 nasce nella primavera del 1959 e viene presentata alla stampa il 29 giugno, giorno di San Paolo, in omaggio a Paul Panhard. L’elemento curioso della vicenda è che nel giorno in cui fa la sua prima apparizione davanti alla stampa e alla clientela il nuovo modello dal punto di vista legale non esiste ancora, visto che la pratica per l’omologazione si conclude soltanto il mese dopo. Il prezzo di lancio è di 729.000 Franchi francesi per il modello base e 769.000 Franchi per la versione più ricca. Inizia così l’offensiva commerciale di Panhard destinata a lasciare di stucco tutti quelli che da tempo sostengono che la marca sia vicina all'estinzione. All'inizio della primavera del 1960 sulla vettura si operano con discrezione i primi cambiamenti. Tra i più importanti c’è l’inversione del senso di apertura delle porte anteriori e l’installazione di un indicatore di direzione sotto i fari anteriori. Come la Peugeot 403, la vettura che può considerarsi la sua diretta concorrente, anche la PL 17 viene prodotta in varie versioni. La più filante, quella che maggiormente fa sognare soprattutto i giovani francesi è proprio la Cabriolet. Nella primavera del 1961 la gamma si arricchisce di una versione economica che prende il nome di "Luxe" mentre il vecchio tipo "Luxe" cambia denominazione in "Grand Luxe". I punti d’eccellenza sono rappresentati dai modelli "Grand Standing" e "Tigre”. Nel 1962 la grande novità del 1962 è la PL 17 Relmax, con il quale Bionier affina il profilo della vettura ridandole un po’ di giovinezza. Le innovazioni danno nuova linfa alle vendite, anche se la storia della Panhard è arrivata agli sgoccioli. In più nel 1964 la Panhard mette in vendita la 24CT, un modello che di fatto fa concorrenza alla stessa PL17. Agli inizi del 1965 la casa automobilistica si fonde con la Citroën. La prima conseguenza della fusione è la decisione di cessare la produzione delle berline PL17 per evitare di avere in catalogo due vetture sostanzialmente concorrenti. L’ultima PL17 esce dalle catene di montaggio alla fine del mese di maggio.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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