L’11 settembre 1987 a Kingston in Giamaica tre uomini entrano nella casa di Peter Tosh per rubare. Qualcuno ha detto loro che il cantante è all’estero e che l’abitazione è vuota, ma l’informazione è falsa. Tosh è in casa e non è solo. Con lui ci sono il cuoco vegetariano che l’accompagna ovunque e un amico disk jockey. È un problema che si può risolvere. Spianano le pistole e li uccidono. Finiscono così la vita e la carriera di Peter Tosh, l’interprete di reggae che alla morte di Bob Marley era stato da molti indicato come il suo erede. L’assassinio rafforza le convinzioni di chi crede che ci sia una maledizione destinata a perseguitare i grandi interpreti di questo genere musicale, colpevoli di avere commercializzato una musica che appartiene alla tradizione magico-sacrale della Giamaica. Al momento della sua morte Peter Tosh, che all’anagrafe è registrato con il nome di Winston Hubert McIntosh, non ha ancora compiuto trentatré anni. Nasce infatti il 9 ottobre 1944 e, dopo qualche piccola esperienza come cantante solista, alla metà degli anni Sessanta forma gli Wailers insieme ai suoi amici Bob Marley e Bunny Livingston. Più che per la sua voce si fa apprezzare per la sua genialità musicale. Alla sua fertile creatività si devono, infatti, alcuni dei brani più popolari della band di Marley come Get up, stand up e 400 years. Nel 1974 lascia i compagni per continuare come solista e un paio d’anni dopo diventa popolare in tutto il mondo con il brano Legalize it (Legalizzatela), dichiaratamente a favore della legalizzazione della marijuana. Particolarmente impegnato sui temi sociali nell’album successivo, Equal rights denuncia le ingiustizie sociali giamaicane. La sua attività attira l’attenzione dei Rolling Stones, che lo vogliono con loro nel tour statunitense del 1978 e lo scritturano per la loro etichetta discografica. Dopo la morte del suo vecchio amico e compagno Bob Marley sono molti quelli che sperano di trovare in lui l’erede del “Re del reggae”, anche se la sua produzione appare ancora troppo discontinua e non sempre all’altezza del ruolo che dovrebbe ricoprire. L’11 settembre 1987 la pistola degli assassini chiude per sempre la discussione sulle sue potenzialità artistiche.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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