Il 23 settembre 1989 il singolo I'm gonna miss you dei Milli Vanilli arriva al vertice della classifica negli Stati Uniti. È il terzo successo consecutivo di quell’anno per il duo formato da Rob Pilatus e Fabrice Morvan che hanno già venduto più di sei milioni di copie dell’album All or nothing. Belli da vedere, atletici e perfetti sul palcoscenico, i due fanno man bassa di riconoscimenti e conquistano il Grammy Award come gruppo rivelazione dell'anno. Nel tripudio generale scompaiono anche le poche voci di dissenso, che sottolineano un po’ polemicamente come dal vivo il duo si affidi al playback, cioè finga di cantare su una base registrata. Il loro produttore Frank Farian, già artefice del successo dei Boney M, respinge sdegnato le accuse «Non sempre accade e quando accade è per offrire al pubblico lo stesso livello qualitativo delle incisioni». Nel 1990, però, qualcosa si inceppa. Il giornalista di un settimanale musicale solleva il dubbio che i Milli Vanilli siano in realtà un “gruppo fantasma”, vale a dire un paio di ragazzi bellocci che fingono di cantare brani interpretati da altri. In una polemica conferenza stampa Pilatus e Morvan minacciano querele, ma non spaventano la critica meno compiacente nei confronti delle major discografiche. Nel mese di novembre del 1990 scoppia lo scandalo. I veri cantanti escono dall’anonimato. Si chiamano Brad Howell e John Davies, sono due attempati coristi di studio scelti per la voce, ma inadatti ad apparire perchè la loro immagine «non è in linea con i gusti del pubblico giovanile» (uno dei due ha quarantacinque anni!). Di fronte all’evidenza lo show businnes reagisce scaricando tutte le responsabilità sul produttore Farian. Ai due interpreti originali vengono riconosciuti i diritti d’autore e i Milli Vanilli sono costretti a restituire il Grammy Award tra la riprovazione degli stessi che li avevano osannati e sostenuti. La vicenda è destinata a travolgere tutti i protagonisti. Invano Rob Pilatus e Fabrice Morvan sostengono di essere anche loro vittime e chiedono di poter registrare un disco con le loro vere voci. Riusciranno a tornare in sala di registrazione solo nel 1993, dopo un tentativo di suicidio e vari ricoveri per droga. Non andrà meglio neppure a Brad Howell e John Davies, le vere voci dei Milli Vanilli, che tenteranno, senza fortuna, di approfittare della improvvisa popolarità pubblicando un album. Il Grammy restituito resterà inassegnato, nonostante le proteste degli esclusi Soul II Soul, Tone Loc, Indingo Girls e Neneh Cherry.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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