Il 17 ottobre 1962 muore a cinquantacinque anni, a New York, per collasso cardiaco, Henry Williams, da tutti conosciuto con il nome di Rubberlegs, uno dei personaggi più amati dello spettacolo nero statunitense. Cantante ed elegante ballerino di tap dancing nasce ad Atlanta, città nella quale debutta nel 1918, a soli undici anni, come bambino prodigio alla Lizzie Murphy's Sporting House. La sua voce ma, soprattutto, il suo talento istintivo nel ballo, attirano l'attenzione degli impresari. L'anno dopo viene scritturato, sia pur con un contratto non molto remunerativo, dalla Bobby Grant's Female Impersonators Revue con la quale gira per i teatri neri del Sud degli Stati Uniti. Negli anni successivi, quando la sua voce inizia a mutare timbro abbandona il personaggio del bambino prodigio, ma non le scene. Dopo aver vinto una gara di charleston entra a far parte degli artisti sfruttati dal circuito dalla T.O.B.A. (Theatre Owners Booking Agency), la famigerata agenzia fondata nel 1907 da un gruppo di italoamericani che approfitta dell'apartheid degli Stati del Sud per gestire teatri riservati soltanto al pubblico nero. Lo sfruttamento non piega la volontà di Rubberlegs che nel 1926, dopo una lunga serie di faticose tournée, approda al "Cotton Club" di New York e da quel momento lavora moltissimo come cantante, ballerino, entertainer, ecc. Il teatro nero di rivista ne fa una star. Il suo volto sorridente, le sue gambe in movimento diventano popolarissimi nei ghetti delle grandi città. Nel 1937 gli tocca il ruolo più difficile della sua vita: cantare ai funerali della sua amica Bessie Smith, morta per le ferite riportate in un incidente stradale perché gli ospedali ne hanno rifiutato il ricovero a causa del colore della sua pelle. Negli anni del dopoguerra arrivano i primi problemi di salute. Dà retta ai medici che lo consigliano di prendere pian piano le distanze da un mondo che gira troppo in fretta e quando muore ha da tempo lasciato le scene.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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