Il 24 ottobre 1967 il chitarrista David Crosby lascia i Byrds. Non se ne va di sua volontà, ma dopo una lunga lite conclusasi con un licenziamento accompagnato da una regolare buonuscita. Nel giro di un anno il nucleo storico di una delle band più impegnate sul piano sociale si è più che dimezzato. Tre dei cinque fondatori se ne sono andati. Il primo a lasciare la band era stato Gene Clark, che con Rodney Dillard aveva dato vita ai Dillard & Clark, un'esperienza che confluirà poi nei Flying Burrito Brothers. Qualche mese dopo l'aveva seguito il batterista Michael Clarke, sostituito nella formazione dei Byrds da Kevin Kelly. Le due defezioni, però, pur segnalando una certa turbolenza nei rapporti interni al gruppo, non avevano assunto lasciato segni particolari. Nel caso di David Crosby non è così. La lacerazione implicita nel concetto di "licenziamento" fa emergere un dissenso sostanziale sulle scelte musicali. A due anni dalla pubblicazione della dylaniana Mr. Tambourine man il gruppo, infatti, cedendo alle richieste dei discografici, sta per cambiare indirizzo. La tiepida accoglienza riservata dal pubblico a due album sperimentali come Fifth dimension e Younger than yesterday ha convinto il leader della band Roger McGuinn della necessità di cambiare registro: basta con l'impegno. Crosby non è d'accordo e lo fa capire subito. In sala di registrazione si rifiuta di cantare e suonare un paio di brani disimpegnati chiedendo che vengano sostituiti. Ogni tentativo di fargli cambiare idea è inutile. McGuinn chiede agli altri componenti della band di esprimersi in merito spiegando che la svolta è necessaria per garantire la sopravvivenza dei Byrds. In sostanza pone una "questione di fiducia". Crosby non gliela dà e viene licenziato. Al suo posto arriverà Gram Parsons. David Crosby si avvierà su una nuova strada e darà vita con Graham Nash e Stephen Stills a un supergruppo destinato a lasciare più di un segno nella storia della musica rock.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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