Il 28 ottobre 1965 gli Who terminano la registrazione di My generation, il loro terzo singolo dell'anno. Il gruppo composto da Pete Townshend, Roger Daltrey, John Entwistle e Keith Moon è ormai divenuta il simbolo dei giovani delle grandi periferie industriali. Rissosi e provocatori interpretano fino in fondo il ruolo di alfieri del movimento Mod. Osteggiati dalla grande stampa che non nasconde la sua antipatia per questo gruppetto di violenti e oltraggiosi strumentisti, i quattro non perdono occasione per fornire nuovi argomenti di scandalo. Litigiosi come pochi non mascherano i momenti di tensione interna e, a volte, finiscono per insultarsi e scazzottarsi sul palco nel corso dei concerti. I loro manager, Kit Lambert e Chris Stamp, faticano le proverbiali sette camicie per tenere insieme una band che quasi ogni giorno annuncia il suo scioglimento. Come se non bastasse, poche settimane prima di iniziare a lavorare al nuovo disco, stanchi di essere considerati come una sorta di "animali da esposizione", a un malcapitato giornalista che chiedeva se si fossero mai drogati con le "pasticche blu", le amfetamine, prima di salire sul palco, Pete Townshend ha risposto con aria strafottente: «Prima di salire su un palco no, perché noi siamo sempre drogati». Con queste premesse la realizzazione del terzo singolo appariva, a dir poco, ardua. Invece in quel 28 ottobre 1965 i quattro realizzano un brano destinato a entrare nella storia del rock. Più della musica è il testo che determina il suo successo. Versi come «La gente cerca di buttarci giù solo perché siamo in giro/le cose che fanno sono spaventosamente fredde/spero di morire prima di diventare vecchio/sto parlando della mia generazione» interpretano più di tanti trattati sociologici il malessere diffuso e la voglia di cambiare di una generazione che si sta affacciando alla storia. Non tutti i critici, prevenuti nei confronti della band, si accorgono del valore del brano. C'è chi ne predice il rapido oblio e c'è anche qualche "esperto" che scambia l'effetto feedback della chitarra elettrica di Townshend per un difetto d'incisione. Nonostante il successo del brano il gruppo sembra arrivato al capolinea. Dopo una lite più violenta del solito Pete Townshend caccia il cantante Roger Daltrey. Tutto tornerà a posto anche perché il futuro King Crimson Boz Burrell, contattato per la sostituzione, risponde che non intende far parte di una «band di pagliacci». Un altro che ha capito tutto.
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