Sono migliaia gli spettatori che affollano il 16 novembre 1990 lo Shrine Auditorium di Los Angeles. La loro composizione è variegata. Ci sono moltissimi giovani, ma non mancano persone più attempate. L’atmosfera tranquilla e di paziente attesa precede un concerto che vede riunite sullo stesso palco tre stelle della scena musicale statunitense di quel periodo: Bruce Springsteen, Jackson Browne e Bonnie Raitt. L’insolita ed eccezionale riunione a tre basterebbe da sola a fare del concerto un avvenimento da ricordare, ma c’è di più. Essa segna il culmine di una grande mobilitazione contro il pericolo d’insabbiamento dell’Irangate, la sporca storia di finanziamenti e di vendite d’armi e di droga tra Stati Uniti e Iran destinata a finanziare i Contras, gli oppositori armati del legittimo governo sandinista del Nicaragua. Negli ambienti governativi statunitensi c’è chi è intenzionato a “mettere una pietra sopra” alla faccenda e chi arriva addirittura a considerare i protagonisti “benemeriti patrioti al servizio della lotta anticomunista”. Contro questo tentativo si sono mossi Comitati, Associazioni, cittadini e parlamentari dando vita a una mobilitazione dell’opinione pubblica che segna una decisa inversione di tendenza dopo una decina d’anni di “torpore reaganiano”. Proprio per evitare colpi di mano da parte dell’establishment alcune Associazioni hanno deciso di intentare una causa legale direttamente nei confronti del governo. Nell’atto di citazione si chiede alla magistratura di dichiarare illegale l’operazione, condizione indispensabile per evitare l’insabbiamento “politico” e per poter aprire la strada all’incriminazione dei responsabili. La serata musicale del 16 novembre serve proprio a raccogliere soldi per sostenere la causa legale. Al termine del concerto, quando il pubblico chiede insistentemente il bis agli artisti, Jackson Browne torna sul palco e propone agli spettatori: «Servono altri soldi per la nostra battaglia. Se siete d’accordo, ci ritroviamo qui domani sera. Noi suoniamo ancora e voi lo fate sapere ai vostri amici.» L’idea è buona. L’utile delle due serate sarà di seicentomila dollari, una cifra sufficiente a iniziare la causa legale.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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