Il 17 novembre 1985 muore a Roma Bianca Star. Ha ottantasette anni ed è stata una della più importanti soubrette, attrici e cantanti del teatro di varietà italiano. Il pubblico televisivo l'ha scoperta un anno prima quando ha cantato in diretta il brano Sinnò me moro nella trasmissione "Italia sera". Quello che il pubblico non sa è che suo vero nome è Bianca Ceccarelli e che suo padre era Aristide Ceccarelli, un anarchico coinvolto nel processo contro Pietro Acciarito, l'uomo che nel 1897 tentò di accoltellare Umberto I e successivamente assolto. La vita avventurosa del padre non può non coinvolgere la piccola Bianca che a cinque anni se ne va a Buenos Aires, in Argentina, dove resta per alcuni anni. Quando torna a Roma con la madre inizia a frequentare un laboratorio per imparare il mestiere di sarta. La ragazza, però, è incuriosita dalla nascente industria cinematografica. Dopo molti tentativi ottiene un contratto con la Caesar Film e, alla fine degli anni Dieci debutta su grande schermo con il nome di Bianca Renieri, ma all'ambiente della celluloide preferisce il teatro. Debutta come soubrette all’Eden di Napoli in una rivista di Diana Mac Gill, che le appioppa il nome di Bianca Star, e diventa una delle beniamine del pubblico napoletano. Nel 1925 è la primadonna della compagnia di Odoardo Spadaro a Firenze, dove colpisce la fantasia del pittore futurista Primo Conti, che le chiede di posare per due grandi tele. Tornata a Napoli si innamora perdutamente e lascia le scene. Anche quando la sua storia sentimentale finisce non torna più sulla sua decisione. Negli anni Cinquanta accetta di registrare alcuni brani, ma senza grande entusiasmo. Sfuggente e schiva preferisce chiudersi nel suo alloggio, in un angolo di palazzo Brancaccio a Roma dimenticata da tutti. Per anni non si parla più di lei fino a quando il suo nome torna improvvisamente alla ribalta nel 1981 dopo la pubblicazione di un intrigante libro autobiografico intitolato "I miei anni Venti". Due anni dopo la casa discografica Belmusic ripubblica in singolo due vecchi brani da lei interpretati in gioventù, Borgo antico e Desiderio ‘e sole che ottengono un insperato successo di critica. Da quel momento l'ultraottantenne Bianca Star accetta di uscire, sia pur saltuariamente, dalla sua prigione dorata. Dopo la già citata partecipazione televisiva, nel 1984, un anno prima di morire, pubblica l’album Le canzoni d’amore di Bianca Star, con sei canzoni registrate negli anni Cinquanta e sei brani incisi per l’occasione.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento