Negli anni Sessanta il Royal Variety Show è uno dei più importanti appuntamenti per la nobiltà britannica. Si tratta di uno spettacolo musicale di beneficenza che si svolge a Londra, cui prende parte l’intera famiglia reale, con la regina in prima fila. Il programma è, ogni anno, arricchito dalla presenza di ospiti illustri e di fama internazionale. Si privilegiano, ovviamente, gli interpreti britannici, ma non si disdegna di invitare qualche star straniera di successo. Nell’edizione del 1968, che si svolge il 19 novembre, il ruolo di ospite speciale spetta alle Supremes, il trio di punta della Motown, guidato da una Diana Ross che molti danno ormai sul piede di partenza, pronta a debuttare come solista. Il gruppo ha alle spalle un quadriennio di successi con oltre quaranta milioni di dischi venduti in tutto il mondo e non si fa certo mettere in soggezione dall’idea di cantare davanti alla regina d’Inghilterra. Diana Ross, Mary Wilson e l’ultima arrivata Cindy Birdsong, che da un anno ha preso il posto di Florence Ballard, sono “vecchie volpi” (non in senso anagrafico) del palcoscenico. Il concerto procede quindi su binari tranquilli di fronte a un pubblico ordinato come si conviene quando è presente la famiglia reale al gran completo. Verso la fine, però, le due compagne fanno un passo indietro e lasciano Diana Ross sola davanti al microfono, mentre la musica si ferma. La cantante inizia a parlare: «Non ho molte occasioni di parlare a persone potenti come chi mi sta davanti oggi. Io, come vedete, sono nera, mentre voi siete bianchi. Io canto e voi mi ascoltate, poi quando tutto è finito ce ne andiamo insieme dalla sala. Questo non succede sempre. Ci sono posti nel mondo, compreso alcuni stati del mio paese, gli Stati Uniti, dove neri e bianchi non hanno gli stessi diritti, non possono neanche uscire dalla stessa porta. Vorrei che ci pensaste quando tornate nelle vostre case». Mentre la Ross si allinea alle sue compagne nella sala cala un silenzio imbarazzato. Qualcuno, dalle ultime file batte timidamente le mani, altri lo seguono. In breve tutta la platea, compresi i membri della famiglia reale, si alza in piedi e prolunga per due minuti l’applauso. Diana Ross ringrazia e annuncia il brano seguente.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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