Alla Civic Hall di Wolverhampton il 22 dicembre 1988 si esibiscono per l’ultima volta in pubblico gli Smiths, considerati dalla critica britannica il migliore e più rappresentativo gruppo inglese degli anni Ottanta. Già in agosto Morissey, il leader della band, ne ha annunciato lo scioglimento, ma moltissimi fans sperano in un ripensamento. Speranza vana, perché lo stesso Morissey conferma la decisione di chiudere e l’intenzione di continuare come solista. «La storia degli Smiths si chiude oggi. Ciascuno di noi è già impegnato in nuovi progetti e non c’è proprio spazio per alcun ripensamento. No, non sono triste, perché dovrei? È la fine di un ciclo importante, ma anche l’inizio di nuove esperienze in cui crediamo molto...». Finisce così un’avventura iniziata nel 1982 quando il chitarrista John Maher, in arte Johnny Marr, alla ricerca di un autore di testi per le sue canzoni, incontra il vulcanico poeta, scrittore e cantante Morrissey, all’anagrafe Stephen Patrick Morrissey. I due decidono di dar vita agli Smiths. I primi provvisori compagni d’avventura sono il batterista Simon Wolstencroft e il bassista James Maker, presto sostituiti rispettivamente da Mike Joyce e Andy Rourke. In pochi mesi la popolarità della band s’allarga a macchia d’olio, soprattutto dopo la leggendaria esibizione dal vivo ai microfoni di Radio One, nella trasmissione di John Peel riservata ai gruppi emergenti. Il “fenomeno Smiths” cresce rapidamente tanto che nella primavera del 1983, quando la formazione non ha ancora un anno d’attività, il loro primo singolo Hand in glove arriva al vertice delle classifiche indipendenti britanniche. Nel mese di febbraio dell'anno successivo l'album The Smiths viene prenotato in trecentomila copie prima ancora di essere disponibile nei negozi. Nel 1985 gli Smiths toccano il punto più alto del successo commerciale con l'album Meat is murder, che arriva al primo posto della classifica britannica dei dischi più venduti. Le anime inquiete di Morissey e dei suoi compagni non accettano, però, di interpretare il ruolo delle star ripetendosi all’infinito. Quando sentono che l’ispirazione viene meno decidono di chiudere. La loro vicenda verrà raccontata, come in uno splendido e visionario film, dal video “The south bank show” e i periodici tentativi di riunioni successive non aggiungeranno nulla di più alla loro storia.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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