Nel 1981 Peter Wolf, il cantante della J. Geils Band, cedendo alle pressioni della sua compagna Faye Dunaway, convince i suoi compagni a passare il Natale in un carcere esibendosi per una platea composta esclusivamente dai carcerati e dalle loro famiglie. L’iniziativa, tenuta segreta, ha inizio nell’estate, periodo in cui sono stati presi i primi contatti con le autorità competenti. Superate le inevitabili difficoltà è stato infine scelto anche il luogo del concerto: il Norfolk Correctional Center. Quando la band sta per rendere pubblica la sua decisione, però, la vicenda si complica. Proprio in quell’anno, infatti, il rock blues impiantato su una solida struttura rhythm and blues della J. Geils Band ha conquistato un pubblico larghissimo, ottenendo un successo commerciale inaspettato, tanto che il gruppo è arrivato anche al primo posto della classifica dei dischi più venduti negli Stati Uniti con l’album Freeze frame. In sostanza non sono più un gruppo marginale e paradossalmente questo fatto rischia di far saltare la decisione di suonare per i carcerati. Alcuni dirigenti della casa discografica della band, infatti, esprimono una forte preoccupazione. Temono che un’azione di forte impegno sociale come quella prospettata da Peter Wolf e compagni possa influire negativamente sull’immagine del gruppo in un momento di grande successo commerciale. I rischi vengono prospettati alla band che risponde con un’alzata di spalle e ribadendo la sua determinazione a tenere fede all’impegno. Andato buco il tentativo di dissuasione "amichevole", si passa alle minacce. La casa discografica comunica che è sua intenzione avvalersi di una clausola contrattuale che le dà il diritto di esprimere una sorta di “gradimento preventivo” degli impegni pubblici della band. Non è una minaccia da poco perché sottopone la J. Geils Band al ricatto di una penale salatissima con conseguente rescissione del contratto “per colpa”. Insomma la situazione diventa imprevedibilmente complicata. Le pressioni crescono man mano che s’avvicina la data prevista per il concerto finchè Peter Wolf rompe gli indugi e annuncia ai giornalisti la decisione di suonare per i carcerati di Norfolk. Ormai la frittata è fatta. La casa discografica, nonostante le terribili minacce, teme una figuraccia di fronte all'opinione pubblica, si ritira di buon grado e minimizza. Nel pomeriggio del 25 dicembre 1981 il rock blues della J. Geils Band entra così tra le mura del Norfolk Correctional Center.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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