Il 19 gennaio 1980 in un clinica romana un cancro alla gola chiude la vita e la carriera di Piero Ciampi, uno dei più grandi cantautori italiani. Livornese, anticonformista, innamorato dell’alcol più che di se stesso ha compiuto da quattro mesi quarantacinque anni. Amato dagli artisti, ma per lungo tempo sconosciuto al grande pubblico, deve alla sua indolenza e alla sua incapacità a gestire un rapporto normale con l’ambiente musicale gran parte dei suoi guai. Alla fine degli anni Cinquanta va a Parigi per cantare nei locali del Quartiere Latino, dove si fa chiamare Piero Litaliano (senza apostrofo), nome con il quale firma poi anche il primo singolo pubblicato in Italia nel 1963, Lungo treno del sud. Dalla Francia se ne va in Spagna, poi in Inghilterra e quindi in Irlanda, sempre alla ricerca di qualcosa che non troverà mai: il gusto della vita. Autore fecondo, ma incostante, scrive brani dalle atmosfere jazzate in cui la voce, che anno dopo anno si fa più roca, recita più che cantare canzoni evocatrici d’immagini ricche di emozione che sembrano però non piacere al pubblico della musica leggera di quegli anni. In più le case discografiche faticano a comprendere la sua incapacità di tenere fede agli impegni. Per questa ragione occorre aspettare fino al 1970 per vedere pubblicato il suo secondo singolo Tu no, destinato a vendere pochissime copie ma capace di entusiasmare un navigato chansonnier come Charles Aznavour che vuole al suo fianco il cantautore livornese in uno special televisivo. L’anno dopo la critica premia una raccolta di brani pubblicata con il titolo Piero Ciampi come miglior album dell’anno, ma ancora una volta rimane un fatto elitario, isolato ed episodico. Nel 1975, dopo il successo della canzone Andare camminare lavorare sembra che il grande pubblico riconosca finalmente la qualità del suo lavoro ma è troppo tardi. Ciampi, ormai completamente schiavo dell'alcool, non è più in grado di esibirsi in pubblico senza perdere il controllo di se stesso. Dopo la sua morte l’aria “maudit” che circonda il suo personaggio ne farà un artista di culto e, un po’ tardivamente, la sua casa discografica pubblicherà un’intera raccolta delle sue canzoni, compresi alcuni inediti a suo tempo rifiutati perché “improponibili”. Meno interessata sarà l’iniziativa di un gruppo di artisti che gli hanno voluto bene quand’era in vita, come Lucio Dalla, Gino Paoli e Nada. Saranno loro a riproporre gran parte delle sue canzoni in un lungo concerto al Teatro Argentina di Roma.
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