L’idea è di Harry Belafonte, uno degli artisti statunitensi più impegnati nel campo dei diritti civili. Dopo l’iniziativa dei musicisti britannici raccolti sotto la sigla di Band Aid esprime ai colleghi il proprio disagio per la mancanza di sensibilità sul problema della carestia in Etiopia. «È vergognoso che l’ambiente musicale nero statunitense non senta il dovere di far qualcosa per i nostri fratelli africani». Nasce così la decisione di rispondere all’esperienza britannica. In breve tempo è pronto We are the world, un brano composto da Lionel Richie e Michael Jackson, i cui spartiti vengono inviati in tutta fretta ai cantanti e ai musicisti interessati. Il 28 gennaio 1985, approfittando della cerimonia di consegna degli annuali American Music Awards, una vera folla di artisti si presenta negli studi di Hollywood della A&M per registrare la canzone sulla base preparata tre giorni prima da un gruppo di musicisti che comprende personaggi come Paulinho da Costa, Michael Boddicker, Louis Johnson, David Paich, Steve Porcaro, Greg Phillinganes, Ian Underwood e Michael Omartian.. La registrazione della parte vocale dura due ore e mezza, un tempo incredibilmente breve per la produzione di un brano di sette minuti e due secondi destinato a invadere il mercato mondiale. Ben ventuno sono i solisti che si alternano davanti ai sei microfoni allestiti nello studio in un ordine miracolosamente rispettato fino all’ultimo: Lionel Richie, Stevie Wonder, Paul Simon, Kenny Rogers, James Ingram, Tina Turner, Billy Joel, Michael Jackson, Diana Ross, Dionne Warwick, Willie Nelson, Al Jarreau, Bruce Springsteen, Kenny Loggins, Steve Perry, Daryl Hall, Huey Lewis, Cindy Lauper, Kim Carnes, Bob Dylan e Ray Charles. Alla registrazione partecipa poi un fantastico coro composto da attori, componenti di bands e solisti come Dan Aykroyd, Sheila E, Bob Geldof, Lindsey Buckingham, John Oates, Jackie Jackson, LaToya Jackson, Marlon Jackson, Randy Jackson, Tito Jackson, Waylon Jennings, Bette Midler, Jeffrey Osborne, le Pointer Sisters, Smokey Robinson e tutti i componenti dei News di Huey Lewis. Pubblicato due mesi dopo con la sigla USA for Africa, We are the world arriverà al vertice delle classifiche di tutto il mondo.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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