Il 19 febbraio 1972 Paul McCartney pubblica con gli Wings il singolo Give Ireland back to the Irish (Ridate l’Irlanda agli Irlandesi). Il “belloccio” dei Beatles, simbolo del disimpegno e da sempre contrapposto al politicizzato John Lennon, interpreta un brano che ferisce la coscienza pelosa dell’Inghilterra conservatrice. Scritta di getto e registrata in meno di due settimane, la canzone denuncia una delle pagine più vergognose della politica britannica nell’Ulster, l’Irlanda del Nord, passata alla storia come “Bloody sunday” (domenica di sangue). Oggetto dell’indignazione dell’ex Beatle è un fatto accaduto diciannove giorni prima, il 30 gennaio 1972, quando a Derry quindicimila persone, in grandissima maggioranza cattolici, marciano chiedendo maggior democrazia. Nell’Irlanda del Nord, in quel periodo, si vota infatti “per censo”, cioè il voto di chi è più ricco conta di più. I cattolici, esclusi dal potere economico, manifestano per rivendicare una delle più elementari regole della democrazia: “una testa, un voto”. Già che ci sono, poi, cercano di far capire che non ne possono più nemmeno delle vessazioni della Ruc, la polizia nordirlandese, protestante e unionista. Il corteo è pacifico e mescola bambini, ragazzi, ragazze, donne, uomini, vecchi e sta concludendosi a Free Derry Corner, dove è previsto un comizio di Bernadette Devlin, la popolare leader cattolica nordirlandese. Proprio mentre sta per parlare la folla viene assalita da paracadutisti inglesi in assetto di guerra. L’aggressione è premeditata. I militari, che hanno l’ordine di sparare per uccidere inseguono e giustiziano sommariamente chiunque capiti loro tra le mani. Sul terreno restano quattordici morti e sedici feriti, tutti civili inermi. Gli assassini in divisa sono comandati dal colonnello Michael Jackson, che quasi trent’anni dopo tornerà all’onore delle cronache come comandante della Nato in Kosovo. La strage suscita orrore, ma gli inglesi, forti della loro esperienza coloniale, sanno che il tempo e il silenzio sono alleati. Presto il mondo dimenticherà. Quando Paul McCartney pubblica il suo disco ci rimangono male. La sua popolarità è tale da compromettere i piani di normalizzazione. Anche contro di lui si scatena la repressione, sia pure in guanti di seta: la canzone viene esclusa dalla programmazione della BBC e stroncata dalla critica. All’ex Beatle dal cuore di coniglio basta così. Spaventato dalle reazioni e preoccupato per il suo ruolo, tornerà alle solite canzoncine senza contenuto che l’hanno reso celebre.
Quello che viene chiamato "rock" non è soltanto un genere musicale. È uno stato d'animo, un modo d'essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. Per chi è nato negli anni Cinquanta e Sessanta è un sottofondo, una colonna sonora di ogni momento della vita, di pensieri e ricordi. Esiste da sempre e aiuta a vivere meglio. Un po' come il comunismo.
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