20 febbraio, 2023

20 febbraio 1941 - Buffy Sainte-Marie, la folksinger nativa americana

Il 20 febbraio 1941 in una riserva indiana nella Qu'Appelle valley nel Canada centrale nasce  Buffy Sainte-Marie, una delle protagoniste della rivoluzione folk degli anni Sessanta con brani come Universal soldierCod'ine e My country' tis of thy people you're dying. La sua famiglia appartiene alle tribù native, quelle che i film western ci hanno abituato a chiamare indiani o pellirosse. Adottata dai coniugi Albert e Winifred Sainte-Marie e trascorre infanzia e adolescenza a Sabago Lake, nel Maine. Dopo essersi laureata all'Università del Massachusetts in filosofia orientale si trasferisce a New York, attratta dalla vitalità culturale del Greenwich Village e inizia a cantare nei locali off come il Gerde's, il Gaslight e il Bitter End. La grande occasione sembra arrivare quando il grande pubblico la scopre e la applaude nel festival di Newport, ma la ragazza è più impegnata a superare i non pochi problemi causati dalla sua dipendenza dalla droga che a inseguire il successo. Chiusa la brutta parentesi esistenziale si impegna attivamente nella difesa dei diritti degli indiani d'America, tema che ispira molte delle sue canzoni. Nel corso degli anni Sessanta se ne va in giro per il mondo a far concerti toccando l’Europa, l’Australia e l’Asia e pubblica anche alcuni degli album fondamentali del folk di quel periodo come It's my way!, Many a mile, Little wheel/Spin and spin, Quiet places, Native North American child: an odyssey e Fire, fleet, candlelight. Molti suoi brani diventano famosi anche nell'interpretazione di altri artisti come Universal soldier, portata in classifica da Donovan e Glenn Campbell. Nonostante il successo il music business la stanca presto. Nella seconda metà degli anni Settanta, preferisce lasciare l'ambiente musicale per lavorare in una fondazione di assistenza all'infanzia. Nel 1982, però, compone Up where be belong per la colonna sonora del film "Ufficiale e gentiluomo" che, nell'interpretazione di Joe Cocker e Jennifer Warnes, arriva al primo posto della classifica statunitense e diventa il maggior successo della sua carriera. L’exploit la convince a ritornare a comporre con maggior continuità, pur tenendosi sempre lontana dalle lusinghe dello showbusinnes.


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